Disco della settimana: “The Waves, the Wake” dei Great Lake Swimmers

Autori: Great Lake Swimmers

Album: The Waves, the Wake

Label: Nettwerk

 

Una scena canadese in ebollizione, un orgoglio art folk maestro di vita e di virtù.

 Lo scorso agosto, proprio mentre tutti si sollazzavano, i Great Lake Swimmers hanno dato prova delle loro capacità e del loro disegno musicale fatto di ricercatezza e poesia, con un nuovo lavoro.

Gemme di folk e materia grigia tra i grandi laghi dell’Ontario, luogo dove “The Waves, the Wake” prende vita e ritorna, dopo che i nostri hanno lanciato lo scorso 29 agosto una petizione per aiutare a ripulire e tenere e limpide le acque dei laghi. Una natura prorompente che fa da maestra e illumina il folk delicato di questi canadesi, a sua volta illuminati dalla voce e dai testi scritti da Tony Dekker.

Il vento parla attraverso pagliuzze che si incastrano tra le atmosfere bucoliche e il flauto (The talking Wind), mentre il fiume dal gusto roots si ingrossa di banjo e poesia in In a certain light. Quello dei nostri Great Lake Swimmers, però, è anche un percorso che si avvicina alla lucidità di esperienze da soundtrack, ed ecco allora la melodia di Alone but not alone, canzone che piacerà ai fan di Passenger (fuori ora anche lui con un nuovo intrigante album) e che parla di chiamate in attesa e relazioni che nel successivo inno Falling Apart cadono a terra tra gli archi e la bellezza di una cantato soave.

Uno die migliori brani del disco, Side effects, è la chiamata ad un indie anni ’90 fatto di Grandaddy e misticismo, lungo un asse di ritorno da un campo minato di buoni effetti e paludi da superare con Root System. Un ulteriore tributo alla loro anima di artisti venuti dalla natura e dal fuoco, che non può non lasciarci a guardare la loro voglia di cambiare le cose (ascoltiamo allora Visions of a different World), anche attraverso una musica gentile. Perché anche così si può e si devono cambiare le cose.

 

 

Andrea Alesse

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