La delicata intimità di Angel Olsen alla Triennale di Milano

ANGEL OLSEN [SOLO TOUR] LIVE
SPECIAL GUEST: MAXIM LUDWIG
MILANO, TRIENNALE | 12 GIUGNO 2023

 

Angel Olsen nasce il 22 gennaio 1987 a St. Louis, in Missouri.

 

Da molti definita come la Regina dell’indie folk americano, è uno dei nomi di punti della scena indipendente USA, un’artista con uno stile influenzato tanto dal folk rock, quanto dall’indie cantautorale, dalla musica dark e dall’alternative rock degli anni ’90. Con l’album “All Mirrors” (Jagjaguwar, 2019) ha messo d’accordo tutti, “unendo David Lynch, Kate Bush, Scott Walker, Serge Gainsbourg e Gino Paoli” e in questo tour ritorna alle origini: un set in solitaria, minimalista, dove i protagonisti sono la sua incredibile vocalità e la sua abilità chitarristica. Un cerchio che si chiude, oppure no. Non è importante, quello che conta è che a spalancarsi, anzi, a sciogliersi, saranno i nostri cuori.

 

Big Time“, sesto album della carriera di Angel Olsen, uscito lo scorso anno, ha portato la cantautrice americana a un senso di sé più profondo e autentico che mai. Nato dalle due stelle gemelle del dolore e dell’amore, l’album trasmette un bellissimo senso di sicurezza, il suono consapevole di un’artista completamente e finalmente a proprio agio con sé stessa. Ed è all’interno di quella saggezza che è arrivata la presa di coscienza che non esiste un traguardo, una destinazione o un punto finale statico nella vita mentre la stai vivendo, e il suo uovo EP “Forever Means” nasce con l’intento di raccogliere alcune canzoni da una serie di sessioni di “Big Time” accomunate da questo tema.

 

“Ero da qualche parte in viaggio, mi sono fermata per alcuni giorni e ho vagato per la città, e riflettevo su ‘cosa significa veramente ‘per sempre’?’ Quali sono le cose che cerco nell’amicizia o nell’amore, e come può essere raggiungibile “per sempre” se siamo costantemente sottoposti al cambiamento? Cambiamento come parte dell’amore stesso, che ha sempre qualcosa a che fare con l’atto di giocare, guardare, cercare costantemente te stesso nelle cose, senza mai avere la pretesa che si abbia finito di imparare o esplorare.

 

“‘Forever’”, dice Angel, “rimane curioso mentre cerca di essere anche gentile e onesto”. E così è con l’apertura “Nothing’s Free”, una canzone che, secondo la cantautrice, è “riguardo a quel punto in cui l’abnegazione si interrompe e noti da quanto tempo stai trattenendo chi sei”. È ipnotico e inquietante come qualsiasi cosa Angel abbia mai scritto, accompagnato da un abbinamento di sax e organo che suona completamente inedito rispetto ai suoi canoni. “Holding On” estende ulteriormente quella curiosità infinita, mentre si addentra in una canzone che è “rara nella mia musica, non pensata quanto per il canto ma più per perdersi”.

 

Tutto questo racchiude le quattro preziose canzoni che compongono Forever Means, brani tratti dalle strade percorse da Angel e da quelle ancora da percorrere. “Nothing’s free / like breaking free” canta, a suo agio con i costi della sua chiarezza, il suo cuore e la sua voce fissi sul presente, il futuro, il non ancora conosciuto e il meravigliosamente inconoscibile.

 

Si ringrazia Alberto Molteni di Via Audio e DNA Concerti per il graditissimo invito.

Foto della serata a cura di Ferdinando Bassi.

 

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