Jesus Franco & The Drogas, la recensione di No(w) Future

Jesus Franco & The Drogas

No(w) Future

Bloody Sound Fuktory

 

Il messaggio sta tutto nella copertina: una terra che implode, una donna che se la gode in bikini, e un astronave carica di simboli delle multinazionali che naviga al sicuro. E inutile che vi scervelliate, l’unico modo per sopravvivere all’apocalisse e fregarsene beatamente è quello di ascoltare del sano rock and roll.

E ascoltiamolo, allora, con in testa le nove tracce del terzo lavoro di Jesus Franco & The Drogas, quanto di più malato e coraggioso oggi offre la piazza parlando di garage rock, noise psichedelico e chitarre roventi. Arrivano dalle Marche, con l’esperienza della strada e del sudore, strizzando l’occhio alle vampate stile The Cramps, ma anche alle sfuriate in stile scandinavo alias Turbonegro.

Dopo tre anni di silenzio, Jesus Franco & The Drogas rompono il silenzio con sano tempo lo-fi rock, con voce roca e profonda, rigorosamente in inglese. Testi veri accompagnano la scena e l’attitudine old and true del collettivo, deciso a cantarle a tutti in una perfetta sintesi di viscerale rock and roll. Pura blasfema goduria che mostra il deretano ai benpensanti, con pezzi al vetriolo come Some People (in cui si augura il gulag siberiano) e No Tlent Show, baluardo di una musica che rifugge dal talento costruito, al grido di “solo gli imputati hanno bisogno di una giuria”.

Jesus Franco spinge sulla pelle della batteria, mentre i fratellastri dei The Drogas si lanciano dritti contro il muro con spirito anti-freaks e ostilità da J.J, Allin del terzo millennio, sperando nel risveglio dal torpore ipercinetico con la settima e totale traccia, Wake Up. Niente fronzoli, quindi, ma onestà e interesse per dire no, con la giusta carica.

 Andrea Alesse

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