intervista Stoned Turtle

L’album d’esordio della band di Genova, interamente autoprodotto, verrà pubblicato il 29 Marzo 2024 e conterrà 8 brani originali tratti dal nostro repertorio.

Il titolo sarà Blackout

BIO Stoned Turtle

A seguito dello scioglimento delle rispettive band (Hydra e Blank), Nico, Fabrizio e Alessio cominciano a suonare insieme con l’idea di creare presto una nuova band che possa fondere il Metal degli Hydra con il Grunge dei Blank. Dopo qualche mese di prove, in cui vengono composti i primi pezzi, alla formazione si aggiungono la chitarra di Stefano (compagno di band di Nico negli Hydra) e la voce di Alessandro (Blank). La line-up a cinque permette alla band di rifinire le armonie vocali e gli arrangiamenti delle chitarre sui nuovi brani.
L’impossibilità di suonare live a causa della pandemia, consente alla band di dedicarsi ad un intenso lavoro di studio e, nel dicembre del 2021, di registrare un primo demo in presa diretta presso lo studio Green Fog di Genova.

Gli Stoned Turtle propongono brani originali dai testi introspettivi sulle sonorità sanguigne di un alternative rock impetuoso.

Curiosità: la primissima idea per la neonata band era di suonare un noise rock stile Sonic Youth. Una dei primi brani provati in saletta era “100%” dall’album “Dirty”.

Alessandro Vito, voce
Alessio Lai, chitarre
Fabrizio Ferro, batteria
Nicolò Cavazzoni, basso e cori
Stefano Arecco, chitarre e cori
L’album “Black Out”

La band ci ha rilasciato una breve intervista che potete leggere qui sotto:

Chi vi ha spronato a diventare musicisti?
Ognuno di noi ha avuto una diversa spinta. Chi dal fratello, un amico oppure, banalmente, nessuno. Alcuni di noi hanno semplicemente sentito l’esigenza e l’urgenza di mettersi a suonare o a cantare.

A chi vi siete ispirati?
I nostri riferimenti sono vari anche se molto viene dalla scena di Seattle degli anni ’90. Abbiamo tuttavia delle sorprese: per esempio, Alessandro (il cantante) è un fan dei Litfiba. Ale (chitarra) e Fabri (batteria) devono molto ai Nirvana, Alice in Chains e Soundgarden. Nico e Ste hanno portato un po’ di Metallica.

Che esercizi fate per migliorare la tecnica?
In genere nessuno, non siamo fan della tecnica sopraffina. Preferiamo il rock n roll suonato e sudato: suoniamo brani, cover e cerchiamo di spingerci ai limiti delle nostre possibilità.

Siete fiduciosi o nervosi prima di esibirvi?
Un mix delle due. La fiducia arriva dalle sessioni di prove. L’agitazione, se la vogliamo chiamare così, viene della botta del palco. Quando mancherà quella smetteremo di esibirci dal vivo.

Fai riscaldamento vocale prima degli spettacoli?
Risponde Alessandro, il cantante. No, solo tanto casino in macchina mentre si va al locale per suonare.

Avete qualche rituale prima di salire sul palco?
Portiamo con noi una piccola tartaruga di pelouche che mettiamo sopra all’amplificatore di Ale. Poi c’è il rito della birra. Almeno una a testa è d’obbligo. Meglio uno shottino, se c’è.

C’è qualcosa dopo lo spettacolo che vi aiuta a mantenere la concentrazione?
Dopo il concerto ci si rilassa, si ascoltano le altre band, si chiacchiera.

Ci sono canzoni in cui avete dovuto modificare dal vivo?
No, i nostri pezzi nascono per la dimensione live. Scriviamo i pezzi perché siano per noi divertenti da suonare e da ascoltare e perché siano già pronti per il palco.

Avete mai avuto incidenti durante i concerti o in sala di registrazione?
Abbiamo avuto una rissa sotto il palco qualche settimana fa. Fabri (batteria) si è messo a smadonnare mentre suonava perchè un tizio stava rovinando il concerto ai presenti e a noi. Poi si è tutto risolto in pochi minuti, per fortuna.

Ricordate una performance in cui vi siete sorpresi per la vostra bravura artistica?
No, in genere siamo molto critici con noi stessi una volta scesi dal palco, specialmente Ale (chitarra). Tuttavia a detta di chi ci viene a sentire “usciamo bene”, quindi va bene così.

Come vi sentite nel sentire la vostra musica?
Realizzati e fieri. Blackout (l’album che uscirà il 29 Marzo) è stato un punto in un discorso durato almeno due anni tra composizione e arrangiamenti. Abbiamo dovuto lavorare molto per fare uscire i pezzi esattamente come li avevamo in testa. C’è stato anche un lungo lavoro di selezione dei pezzi. Per fortuna non abbiamo dovuto scendere a compromessi: non avendo un’etichetta alle spalle, quello che è uscito è tutta farina del nostro sacco. Speriamo che piaccia.

Avete una canzone che vi rende particolarmente orgogliosi?
Doors e Isolation sono due pezzi che ci piacciono molto e che forse rappresentano la fusione perfetta di tutte le influenze musicali della band.

Come è cambiato il vostro stile musicale da quando avete iniziato ad oggi?
A pensarci bene abbiamo adottato pian piano sonorità sempre più aggressive. Senza sconfinare nel metal estremo ma ci siamo resi conto di comporre sempre più spesso mezzo tono sotto e in drop. Potrebbe essere la direzione del nostro prossimo album, se mai ci sarà.

Se potessi duettare con un cantante vivo o morto chi sarebbe?
Risponde Alessandro il cantante. Piero Pelù, adoro i Litfiba.

Quali sono i cinque cantanti preferiti in assoluto?
Qui escono fuori i nostri background differenti: R.J. Dio (Alessandro), Myles Kennedy (Alessio), Jim Morrison (Nico), James Hetfield (Stefano) e Kurt Cobain (Fabri).

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