intervista FRANCESCO MARIA MANCARELLA

Dopo l’uscita dei primi 4 brani, da mercoledì 28 febbraio, è disponibile in digitale la seconda parte dell’Ep “NORD” (Sony Music Italia), il nuovo progetto discografico del direttore d’orchestra, pianista e compositore FRANCESCO MARIA MANCARELLA, conosciuto a livello internazionale per “Il pianoforte che dipinge”.
Si unisce una nuova parte a “NORD” (https://sme.lnk.to/Nord), il progetto discografico che si ispira ai suggestivi paesaggi nordici dell’Islanda, creando un’atmosfera riflessiva e coinvolgente attraverso la storia dell’artista e le connessioni sensoriali con la terra e i suoni del mare. In questa produzione emergono l’attenzione per la melodia e la sensibilità artistica di Francesco Maria Mancarella, che ha sviluppato nel tempo un’estetica musicale distintiva, abbracciando un’approfondita introspezione libera da confini stilistici, creando un crossover tra musica classica, jazz e contemporanea. Il progetto discografico è stato infatti registrato negli Syrland Studio di Reykjavík dove il musicista si è immerso per settimane in un silenzio irreale, a contatto con la natura.
«4 nuovi brani si uniscono a Nord. Ora il cerchio è completo, simbolo di incontro tra l’inizio e la fine» racconta Francesco Maria Mancarella.

La nuova parte è composta da 4 brani inediti, che abbracciano varie influenze e tematiche, incluso un omaggio alla tradizione popolare della Terra Salentina, sempre presente nei suoi lavori discografici, con “Beddha ci dormi”. “Violet”, il primo brano, è dedicato all’aurora boreale evocandone le sfumature di viola: una riflessione sull’incanto e la bellezza del mondo che ci circonda. “Steps”, il secondo brano, richiama il concetto di radici ed è un invito a mantenere i piedi ben saldi a terra senza dimenticare da dove si è partiti e le proprie origini. “Improve” invece è tutto improvvisato, si evolve istante dopo istante, senza seguire alcun piano prestabilito, ma lasciandosi guidare unicamente dall’ispirazione del momento.

Questa la tracklist di “Nord” parte 2:
Violet
Steps
Beddha ci dormi
Improve

Questa la tracklist di “Nord” parte 1:
Aura
Kissing the wind
Nord
Under the light

Francesco Maria Mancarella è un compositore, pianista e direttore d’orchestra, diplomato al conservatorio Tito Schipa di Lecce in pianoforte Jazz con il massimo dei voti e in tecnologie dell’industria audiovisiva con master universitario in composizione per musica da film. Nel 2014 ha inventato e brevettato “Il pianoforte che dipinge”, un progetto audiovisivo che ha conquistato i teatri di tutto il mondo (ed è apparso anche su Rai 1 nel programma “I Soliti ignoti” condotto da Amadeus) unendo la composizione musicale e la sua traslazione sulla tela.
Ha all’attivo diverse pubblicazioni discografiche come autore, compositore, arrangiatore, direttore musicale e produttore artistico. Collabora con grandi orchestre del panorama nazionale ed internazionale come Bulgarian National Symphony Orchestra (Sofia), Orchestra Ritmosinfonica Italiana (Canale5), Southern Est Europe Orchestra. Si è esibito in Italia e all’estero in rassegne importanti, tra le quali Piano City Milano, Milano Music Week, Calatafimi Festival di Segesta, e in luoghi prestigiosi come la Steinway hall di Miami e l’Arena di Verona. Ha aperto i concerti di Francesco De Gregori, Paola Turci, Paolo Vallesi, Enrico Ruggeri e ha collaborato, tra gli altri, con Sud Sound System, Irene Robins, Von Washinton, Nabil Bay, Josiel Konrad, Daniel Fasano. A febbraio 2024 ha partecipato alla 74esima edizione del Festival di Sanremo dirigendo l’orchestra per Alessandra Amoroso.

 

Francesco ci ha concesso una breve intervista che potete leggere qui sotto:

 

Cosa rappresenta per te NORD?

Nord è un punto d’arrivo. Quel punto a cui ognuno di noi dovrebbe ambire. Un punto nell’orizzonte che aiuta a non perderti nelle tante distrazioni della vita. È il mio terzo disco, l’unico in piano solo.

 

Come reputi la tua esperienza sanremese? Nel futuro ti piacerebbe salirci per gareggiare su quel palco?

Un’esperienza unica ed irripetibile perché vissuta con Alessandra, artista che ammiro e che mi ha dato la possibilità di mettermi in gioco. Non canto, per cui sarebbe difficile poter gareggiare. Adoro giocare con la musica, con le note. È quello che mi stare bene e che spero di riproporre su quel palco.

 

Chi ti ha spronato a diventare musicista?

Vivo in una famiglia di musicisti. Ho ascoltato tanto ed un po’ mi ci sono trovato a fare questo mestiere.

 

A chi ti sei ispirato?

A nessuno in particolare. Ho avuto tanti riferimenti in diversi periodi della mia vita ed ho cercato di cogliere il meglio da ogni insegnamento.

 

Che esercizi fai per migliorare la tua tecnica?

Ascolto molto, senza nessuna preclusione. Quando la mia mente viene attratta da qualcosa, cerco di riproporlo in chiave personale. Mi piace leggere musica, libri, vivere esperienze di viaggio di amicizia di convivialità, dipingere..: tutto questo lo ripropongo nelle mia composizioni.

Credo che sia questa la chiave che mi porta ad avere una veste artistica sensibile e senza barriere. Tecnicamente suono molto, ogni giorno.

 

Sei nervoso o fiducioso prima di esibirti?

Dipende dalla situazione. Ci sono stati concerti importanti dove non ho sentito nessuna pressione, altri molto meno importanti invece mi hanno creato disagio. Una cosa è certa: quando sono sul palco tutto svanisce e mi concentro su quello che sto facendo.

Se durante il concerto mi trovo solo, io ed il pianoforte, tutto sta andando per il verso giusto.

 

Fai il riscaldamento prima degli spettacoli?

No, spesso ci sono tanti chilometri da percorrere prima e dopo… mi capita di salire sul palco subito dopo un lungo viaggio. 30 min prima di salire sul palco, resto solo in camerino per concentrarmi e rilassarmi.

 

Hai qualche rituale prima di salire sul palco?

Si, spio da dietro le quinte quanto pubblico c’è in sala.

 

C’è qualcosa dopo lo spettacolo che ti aiuta a mantenere la concentrazione?

L’incontro con il pubblico. L’ ho imparato da un grande attore Enrico Lo Verso. Quando ero in tour con lui ci teneva a scendere in platea per incontrare il pubblico dopo lo spettacolo. Aiuta a darti la spinta per continuare a fare questo lavoro e di conseguenza, aiuta a rimanere concentrato sugli obiettivi del futuro.

 

Ci sono brani che hai dovuto modificare dal vivo?

Tutti perché ho un approccio molto jazzistico. La musica jazz mi ha aiutato tanto in questo.

 

Hai mai avuto incidenti duranti i concerti o in sala di registrazione?

Può succedere di distrarsi e sbagliare qualcosa. L’esperienza aiuta a camuffare l’errore e talvolta il pubblico non se ne accorge. 

 

Ricordi una performance in cui ti sei sorpreso della tua bravura artistica?

Se mi diverto, vuol dire che sta andando tutto bene. Sono consapevole delle mie capacità ma sono in continua lotta con me stesso per migliorarmi. Non sono mai soddisfatto al 100%.

Calcare il palco dell’Ariston mi ha fatto capire che fino ad oggi ho lavorato bene. Sono queste sfide che mi spronano a fare sempre meglio.

 

Come ti trovi nel sentire la tua musica?

Alcuni brani li adoro, altri non li ascolto. In generale se pubblico qualcosa sono convinto di ciò che ho realizzato poi ci sono performance migliori di altre.

 

Hai un tuo brano che ti rende particolarmente orgoglioso?

I brani registrati a Sofia in Bulgaria con l’orchestra sinfonica, mi rendono orgoglioso. Fu un’esperienza importante per la mia carriera artistica. Tra i brani in piano solo, sono orgoglioso di Behind all hopes.

 

Come è cambiato il tuo stile musicale da quando hai iniziato ad oggi?

È tutto in evoluzione. È giusto che sia così. Lo stile cambia e si evolve così come il nostro orizzonte ermeneutico varia e migliora. In questo periodo ho “spogliato” la mia musica da sovrastrutture cercando di dare importanza al piano solo.

 

Se potessi collaborare con un musicista vivo o morto chi sarebbe?

Ad oggi mi piacerebbe collaborare con Geoff Westley.

 

Quali sono i tuoi cinque musicisti preferiti in assoluto?

Michel Petrucciani, Brad Mehldau, John Williams, Bill Evans, Chopin.

Un ringraziamento a Parole e dintorni

testo a cura di Carlo Vergani

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