Intervista Eugenio Ripepi

Da venerdì 8 settembre, è disponibile in digitalePAURA DI VIVERE” (ADA.lnk.to/pauradivivere), il nuovo brano del poliedrico artista EUGENIO RIPEPI, distribuito da ADA Music. 

 

PAURA DI VIVEREè un brano punk-rock allegro e veloce che nasce da una sfida: coniugare l’eleganza e la ricerca testuale caratteristica del migliore cantautorato italiano con la forma più energica e movimentata tipica del punk-rock.

 

In una società sempre più vuota e superficiale, l’artista va controcorrente e mette in primo piano il contenuto e la ricerca sul linguaggio tanto testuale quanto musicale. L’anarchia domestica, il caos apparentemente disordinato che circonda il protagonista, diventa lo scenario ideale per l’osservazione sarcastica di un mondo chiuso su se stesso. È un mondo in cui le persone sembrano rinchiudersi nelle proprie comodità, evitando di affrontare la realtà che li circonda. In un’epoca in cui la velocità e la superficialità sembrano dominare, questo brano ci invita a riflettere sulla necessità di trovare significato e profondità nelle nostre vite. Ci sfida a non scivolare nell’apatia e nella mancanza di impegno, ma piuttosto a esplorare il mondo con occhi curiosi e ad abbracciare la sfida della creatività e dell’arte, anche quando sembra più facile chiudersi in se stessi. 

«Il mio nuovo corso punk-rock con le chitarre distorte, aperte, con i toni chiari, mai cupi, ha la particolarità di inserire la ricerca dei testi del cantautorato all’interno di un mood musicale spensierato – racconta Eugenio Ripepi –  I versi, in questo contesto, scorrono lievi. La musica per me spesso è un cavallo di Troia per contenuti autorali, oggi sempre più rari».

 

Insieme a Eugenio Ripepi, autore di musica e testi, hanno collaborato Simone Mazzone (chitarra), Mauro Vero (chitarra), Lorenzo Lajolo (basso), Folkert Beukers (batteria). Il brano, edito da Bollettino Edizioni, è stato inciso e mixato presso l’Onda Studio di Imperia da Francesco Genduso ed è stato masterizzato presso Ithil World Studio di Imperia dal sound engineer Giovanni Nebbia.

 

Il videoclip, girato all’ Onda Studio di Imperia per la regia di Aurora Sappa vede la partecipazione dei musicisti che hanno suonato nel brano: Simone Mazzone (chitarra), Mauro Vero (chitarra), Lorenzo Lajolo (basso), Folkert Beukers (batteria) ed è disponibile al seguente link: https://youtu.be/BiJRxtJW8mk

BIO:

Eugenio Ripepi, è un attore, regista, scrittore, cantautore, direttore artistico di origine calabrese. Nasce come attore di prosa e si diploma alla Scuola del Teatro Stabile del Veneto laureandosi anche, prima al Dams e poi in Scienze dello Spettacolo, all’Università di Genova dove successivamente ha conseguito anche il dottorato che lo ha portato a lavorare come cultore della materia di Storia del teatro e come docente di ruolo presso il Liceo Artistico di Imperia, dove vive.  Dimostra fin dall’inizio una grande versatilità e una propensione per l’arte a 360 gradi che lo ha portato a maturare negli anni diverse esperienze tra musica, cinema, teatro, letteratura e didattica. Come cantautore pubblica nel 2011 “La buccia del buio”, il suo primo album che vanta la collaborazione di artisti come Ellade Bandini, seguito nel 2013 dal 45 giri “Canzone Sociale” e nel 2020 da “Roma non si rade (Colori a occhi chiusi – Occhio destro)”. Tra i suoi singoli pubblica “Questo Mondo Non Ci Vuole” (2022), “Instastory” (2021), “Segui l’hasthtag” (2016). Alcuni dei suoi singoli in rotazione su Isoradio Rai, network nazionali e radio private, si sono posizionati tra i primi 25 della Classifica Nazionale Indipendenti. Ha pubblicato i libri “Giallo Arma di Taggia-Taggia’s Weapon”, “Teatro-Canzone, Storia, Artisti, Percorsi”, “La Canzone Teatrale di Piero Ciampi”, “Scritti in festa per Eugenio Buonaccorsi”; “La drammaturgia musicale-teatrale di Gian Piero Alloisio” in “Teatro e teatralità a Genova e in Liguria”; “Il carnet del carnefice”; “Eredi del punto su tele di carne”; “La luce scalza”.  Nel corso della sua carriera ha ottenuto diversi premi e riconoscimenti nel campo della cultura, dello spettacolo e dello sport. Si è esibito, tra le altre cose, al MEI a Casa Sanremo, al Premio Bindi, e in varie manifestazioni organizzate dal Premio Tenco.

 

Eugenio ci ha regalalato del suo tempo per questa intervista che leggete qui sotto:

 

 

Ciao descriviti per chi non ti conosce

Sono un cantautore Punk-Rock italiano, una nuova pericolosa specie che prende le movenze da un chiaro passato, e tenta di coniugare contenuti anche impegnati con una forma musicale energica e allegra.

 

Raccontaci di cosa parla Paura di vivere? 

Paura di vivere parla dell’anarchia che governa la vita di ogni artista, a partire dall’ambito domestico, dove è complicato muoversi anche solo per svolgere le incombenze quotidiane. Un caos ordinato che permette alla creatività di esporsi e di imporsi rispetto a una vita normale. È un racconto allegro, a dispetto del titolo, come il ritmo che lo accompagna.

 

Chi ti ha spronato a diventare musicista? 

È stata una necessità creativa, non ho avuto nessuno che mi ha spinto o spronato. L’approccio alla chitarra è stato casuale, un’estate in cui avevo ancora tanto tempo a disposizione in un posto isolato e bello, in un’epoca in cui ancora gli smartphone non avevano occupato gran parte del nostro tempo libero. Mi domando se fosse successo ugualmente in un presente che ci vede sempre così interconnessi. Con la chitarra ho cominciato a musicare dei testi che scrivevo. Poi la composizione è cambiata, e ho cominciato a scrivere musica e testi insieme.

 

A chi ti sei ispirato?

Non ho modelli unici di riferimento. Dentro di me vivono i versi dei grandi poeti cantautori italiani, De Gregori, De Andrè, Conte, Vecchioni, Guccini, come quelli di Bob Dylan, di John Lennon, o come la musica dei Green Day, dei Ramones, degli Offsprings, e tutto il punk rock energico e allegro, che segna sicuramente la mia nuova parentesi iniziata oggi con “Paura di vivere”.

 

Che esercizi fai per migliorare la tua tecnica? 

Non faccio esercizi per migliorare la mia tecnica. Faccio molte cose per rovinarla. Non sono tanto un esecutore, quanto un creativo. Non sono sicuramente un modello da seguire.

 

sei nervoso o fiducioso prima di esibirti?

Sono fiducioso, ma sono comunque teso, con quella tensione positiva che allontana la superficialità, rendendoti conscio della possibilità che hai di lavorare sul palcoscenico, il lavoro più bello del mondo.

 

fai il riscaldamento vocale prima degli spettacoli?

No, faccio un mucchio di cose che non si dovrebbero fare.

 

hai qualche rituale prima di salire sul palco?

Devo deluderti, non credo ai rituali. Cerco di non affidare la mia vita al caso o alle superstizioni. Est unusquisque faber ipsae suae fortunae, ognuno è artefice del proprio destino.

 

C’è qualcosa dopo lo spettacolo che ti aiuta a mantenere la concentrazione?

Dopo lo spettacolo in effetti non si dovrebbe mantenere la concentrazione. Ci si dovrebbe sciogliere, e rilassare. Io lo faccio, mi basta la felicità del momento e la coscienza di aver fatto un buon lavoro.

 

ci sono canzoni in cui hai dovuto modificare dal vivo?

No ben capito cosa intendi, comunque spesso dal vivo con il mio gruppo reinventiamo i brani per dare nuova linfa agli arrangiamenti, e ci troviamo come tutti ad affrontare imprevisti di palcoscenico. Ma lo facciamo in genere con molta serenità.

 

Hai mai avuto incidenti duranti i concerti o in sala di registrazione?

Durante i concerti un paio di volte abbiamo dovuto dominare avversi elementi atmosferici, e il pubblico ci ha premiato con la presenza nonostante le condizioni difficili. Il lavoro in sala di registrazione sinceramente lo preferisco, un dibattito creativo in cui tengo che la mia visione sia capita dagli addetti ai lavori, in particolar modo dall’ingegnere del suono. Curo io la produzione artistica dei miei brani. Con me in studio ora ci sono bravissimi musicisti: Simone Mazzone (chitarra), Mauro Vero (chitarra), Lorenzo Lajolo (basso), Folkert Beukers (batteria). “Paura di vivere” è stata incisa e mixata presso l’Onda Studio di Imperia da Francesco Genduso e masterizzata presso Ithil World Studio di Imperia dal sound engineer Giovanni Nebbia.

 

ricordi una performance in cui ti sei sorpreso della tua bravura artistica?
È capitato qualche volta un momento particolarmente felice, in cui, date le condizioni e l’ambiente, mi sono trovato a esprimere quello che volevo al meglio. In realtà però cerco di limitare le sorprese, perché se arrivano in positivo, possono anche sorprenderti in negativo.

 

come ti trovi nel sentire la tua musica?

Bene, a parte la ripetizione maniacale nel post incisione che ti rende ipercritico e allo stesso tempo stanco dell’ascolto. Ma è naturale, fa parte del gioco. In genere conviene sempre infatti, a mio parere, e io lo faccio spesso, dare un po’ di distanza tra l’incisione e il master finale.

 

hai una tua canzone che ti rende particolarmente orgoglioso?

Pescando nel passato, sicuramente il brano “La luce scalza”, con cui ho cominciato, e che mi ha regalato tante soddisfazioni, tra cui un posizionamento tra i primi 25 posti della classifica nazionale indipendenti, e una distribuzione che ha toccato gli amici del Kurdistan. Un mondo musicale diverso da questo mio presente.

cosa è cambiato il tuo stile musicale da quando hai iniziato ad oggi?

La svolta più importante è con questo brano e con il disco che sto preparando. È cambiato il modo di esprimere il mio impegno e il modo di far veicolare i contenuti. Come ti ho scritto, ora il tentativo è, attraverso una forma energetica e allegra, quello di introdurre i contenuti della forma cantautorale su un tessuto musicale punk rock. In passato, alcuni miei brani in forma rock avevano sfiorato questo intento, senza mai coglierlo a pieno.

 

se potessi duettare con un cantante vivo o morto chi sarebbe?

Francesco De Gregori

 

quali sono i tuoi cinque cantanti preferiti in assoluto?

Per me sempre più cantautori che cantanti, comunque:

5 Italiani, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andrè, Roberto Vecchioni, Paolo Conte, Francesco Guccini
5 stranieri, Bob Dylan, John Lennon, Freddy Mercury, Billy Joel Armstrong, Enya

 

Un ringraziamento particolare a Parole e dintorni

Intervista di Carlo Vergani

 












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