Intervista a Potena

Anticipato dai singoli “La soluzione” e “Basterà”, è uscito  in CD e su tutte le piattaforme digitali, il 22 marzo 2024, “Canzoni per l’inverno” nuovo e quarto album del cantautore termolese POTENA, distribuito e promosso da Alka Record Label, prodotto da Etrusko (Luigi Tarquini).

Il disco “Canzoni per l’inverno”, nasce come antidoto personale all’inverno, inteso non solo in senso climatico.
Le tematiche affrontate sono varie, da brani più intimisti si passa ad argomenti di attualità come lavoro, guerra, criminalità, salute, a volte affrontati con ironia, altre volte con maggiore impegno emotivo.
Musicalmente si inserisce nel solco della tradizione cantautorale italiana ma con un cambio di sonorità rispetto ai lavori precedenti del cantautore.
L’intenzione è quella di miscelare il pop rock italiano con influenze new wave e brit ’80-’90, grazie anche alla produzione di Luigi Tarquini.

Tracklist: 01 Basterà, 02 Canzoni per l’inverno, 03 Come fanno le nuvole, 04 Madre, 05 La soluzione, 06 Parole d’onore, 07 Ritagli, 08 Semplice

Massimiliano Potena, in arte Potena, è un cantautore, musicista e medico molisano.
Inizia la sua carriera con gli Aks, band ska con cui partecipa a numerosi eventi insieme a gruppi nazionali e internazionali.
Ha inoltre scritto, collaborato ed inciso con diverse formazioni (Onedroppers, The Bosh, The Aboriginals, il Volo di Cassiel, Soulround).
Nel 2019 registra il suo primo album da solista “Gharbi” e nel 2020 il secondo EP “Dentro gli occhi di Clint”.
A Settembre 2022 è uscito il suo LP “Lo sbarco sulla luna” da cui sono stati estratti i singoli “Ti sembra facile”, in cui ha duettato con Emilia Zamuner, “Murakami” e “Due fratelli”.
Ha partecipato a diversi festival (Contestaccio, Note tempo village, Note in Alta quota, Summer fest 2021, Sanremo Rock 2020, Tour Music Festival).
Il suo nuovo disco, “Canzoni per l’Inverno”, prodotto da Etrusko (Luigi Tarquini), in uscita il 22 marzo 2024, vede un cambio di sonorità totale: dal mondo jazz si passa a quello brit-pop e rock, andando a cercare ispirazione tra i dischi che hanno accompagnato l’adolescenza di Massimiliano.

 

Ecco l’intervista dell’artista

 

Ciao e benvenuto su the front row. Come prima cosa presentati e raccontaci la tua storia artistica.

Sono Massimiliano Potena, in arte appunto Potena. La mia prima esperienza musicale è stata con la ska band Aks, con cui ho partecipato a diversi eventi insieme a gruppi del panorama nazionale e internazionale. Da allora ho scritto, collaborato ed inciso con diverse formazioni fino alla decisione di intraprendere la carriera da solista, con la pubblicazione nel 2019 del mio primo album “Gharbi” e nel 2020 il secondo EP “Dentro gli occhi di Clint”, a Settembre 2022 l’LP “Lo sbarco sulla luna”, fino al nuovo disco “Canzoni per l’inverno” da poco uscito. Ho partecipato a diversi festival (Contestaccio, Note tempo village, Note in Alta quota,Summer fest 2021, Sanremo Rock 2020, Tour Music Festival).

Descrivi il tuo sound e a quali gruppi e generi ti hanno ispirato
Le mie influenze sono numerose, nei precedenti lavori ero incentrato soprattutto sulla musica afroamericana in senso lato, nel nuovo mi sono ispirato alla new wave e brit ‘80-’90, grazie anche al contributo del produttore Etrusko (Luigi Tarquini).
Fonti di ispirazione per questo disco sono stati per me gruppi come The Smiths, Cure, Oasis, the Jam, the Housemartins, Talking Heads, ma anche Battiato e in generale i cantautori italiani.

Parlaci del tuo ultimo lavoro artistico e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle tue canzoni?
Troveranno un sound energico e non scontato dal punto di vista musicale.
A livello di testi ho affrontato tematiche varie, passando da brani più intimi, ad esempio in “Semplice”, quasi mistici come in “Basterà”, ad argomenti di attualità come il lavoro in “Canzoni per l’inverno”, la guerra in “Madre”, la criminalità giovanile in “Parole d’onore”, la sanità in “La soluzione”, la questione climatica in “Come fanno le nuvole”, ma anche un vecchio tema a me caro, ovvero quello delle origini, come in “Ritagli”.

Ora parliamo della tua discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che hai mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo hai avuto?
Il primo album che ho registrato è stato in epoca liceale con gli Aks dal titolo “Allegro in key of Ska” “, con cui ho fatto le mie prime esperienze dal vivo, poi ho suonato in numerose band tra cui the Bosh, the aboriginals, Soulround e il Volo di Cassiel con cui ho inciso varie demo, fino al mio primo disco da solista appunto Gharbi, con cui ho iniziato a farmi conoscere come cantautore. Non saprei quantificare i Live, ma ho fatto una discreta gavetta.

Quale tua canzone consiglieresti a chi non ti ha mai sentito?
Prenderei un brano da ogni disco, quindi Basterà, Due fratelli, Tra la terra e la luna e Monte Campo.

Qual è finora il momento più bello e/o importante della tua vita artistica?
La fine di un live quando scendo tra il pubblico a salutare amici e ascoltatori. È il migliore momento di condivisione e mi fa stare bene.

Usi qualche metodo per assemblare tutte le idee che ti passano per la testa?
Non ho un metodo preciso, posso partire da una melodia che ho in testa, un giro armonico, un tema di cui voglio parlare o un’idea testuale. E poi l’ispirazione e il tempo libero per lasciarmi andare.

Parlateci un po’ dei tuoi testi
Come già accennato prima, le tematiche sono varie. Nei primi dischi si sente forse di più la ricerca delle proprie origini, il legame con la propria terra, questo probabilmente era dovuto alla nostalgia di casa. Con il ritorno nella mia città natale mi sono forse un po’ allontanato da quelle emozioni iniziali, aprendomi ad altro.

Quant’è importante per te l’attività live
Come ho già detto penso che sia molto importante, perché è lì che si entra veramente in sintonia con gli altri.

Un tuo parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato
Penso che ci sia un grosso fermento, molto giovani artisti interessanti, ma a mio parere ci vorrebbe un po’ più di coraggio da parte di noi cantautori nel superare certi stilemi, riferimenti standardizzati e quella errata convinzione di dover seguire a tutti i costi le mode del momento, di cavalcare l’onda.
L’originalità è ciò che fa la differenza.

gruppi o cantanti preferiti e quali ti hanno spinto a voler diventare musicisti?
Queen, the Clash, Madness, Specials, Oasis.

Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico
A kind of Blue, senza dubbio

Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico
Storia di un impiegato di Faber

Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare
London calling dei Clash

Ultimo album (o gruppo) ascoltato
Ko del mondo dei CSI.

Ultima cosa: lascia un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarti
Un saluto a tutti gli appassionati di musica, confido in voi e nella vostra voglia di ascoltare musica nuova, di qualità anche se fuori dal mainstream, sono convinto che il mio nuovo album “Canzoni per l’inverno” vi piacerà.

 

 

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