I Black Country New Road al DumBo

È una giornata molto calda, quel caldo estremizzato all’ennesima potenza da stampa e tg; si, fa caldo ma è il 15 luglio, ci stà! E noi si parte dall’afa della bassa per respirare l’afa cittadina: è estate e c’è bisogno di leggerezza.

 

Il concerto ci dicono sarà all’aperto, quindi ci saranno le stelle, sulle nostre teste, nascoste dalle luci di Bologna.

Bologna a Luglio è deserta e troviamo parcheggio a 30 metri dall’ingresso del DumBo. “Seguite la linea BLU” ci dicono “arriverete alla Baia” e nella mia (molta) fantasia, immaginavo quella di Tokyo, con il lungo ponte e l’acqua….ma santidei sono a Bologna!

La Baia è l’area coperta del DumBo ma aperta lateralmente da un arcata e l’altra, tranne quelle coperte da un telo (perché?!?) di fianco al palco.

 

È presto, fa caldo, birrino e incontri gli amici da concerto non previsti.
Decidi di posizionarti in zona palco, ma non ce la fai, l’aria è rovente, l’ossigeno carente, sudano anche le orecchie, capisci che non è serata, torni in fondo alla baia, sali in piedi sulle sedute, create recuperando dei pallet, e tutto si palesa davanti ai tuoi occhi: a malapena vedrai qualche capello degli ospiti della serata, il palco è bassissimo. Con queste congiunzioni non iniziamo benissimo.

 

Finalmente eccoli uscire e salire sul basso palco: Tyler Hyde (basso), Lewis Evans (sassofono), Georgia Ellery (violino), May Kershaw (tastiere), Charlie Wayne (batteria) e Luke Mark (chitarra).

Loro sono i tanto attesi Black Country New Road, con la “nuova” formazione dopo l’uscita del cantante Isaac Wood, a pochi giorni dall’uscita del loro secondo album Ants From UP There. Si era temuto lo scioglimento della band che invece è stata in grado di voltare pagina e senza fare stropicci.

 

Ma ora chi canta? Tutti! Tutti cantano e tutti suonano creando un ricamo sonoro di grande impatto: senti il sax primeggiare, per poi lasciare il passo, al piano, al violino, alla chitarra… e soprattutto alle splendide voci della Hyde e della Tyler.

 

C’è molto affiatamento e lo si percepisce dall’energia che proviene dal palco ( si perché nessun varco spazio/tempo si è aperto e abbiamo continuato a non veder nulla).

Il pubblico è attento e partecipe, si lascia trasportare dalle mille suggestioni dei ragazzi del Cambridgeshire, con le loro sonorità post-rock con un pizzico di noise e punk qb.

Peccato per alcuni problemi iniziali e lunghe pause tra un brano e l’altro: gira voce di un problema con l’impianto che non permetteva loro di sentirsi. Hanno ben recuperato successivamente ma la magia non ha potuto realizzarsi in pieno per come si sarebbero meritati. Non è colpa loro.

Grandi applausi e un arrivederci a molto presto, c’è sempre bisogno di grandi emozioni.

 

Questa la set-list:

  • Up Song
  • The Boy
  • 24/7 365 British Summer Time
  • I Won’t Always Love You
  • Across the Pond Friend
  • Laughing Song
  • Nancy Tries to Take the Night
  • Turbines/Pigs
  • Dancers
  • Up Song (Reprise)

 

Live Report Na/Ste

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