chiamamifaro: la grandezza delle piccole cose

Si è concluso ieri sera, con questa tappa all’Alcazar di Roma, il club tour di chiamamifaro. Un pubblico eterogeneo e coinvolto, quello che si è riunito nel locale di Trastevere per assistere al concerto di uno dei nomi di punta della nuova scena indie-pop.

Chiamamifaro, progetto artistico di Angelica Gori (accompagnata dal fido Alessandro Belotti), è decisamente uno dei nomi su cui scommettere per il futuro della canzone italiana. Dopo aver collezionato milioni di streams con il primo EP “Macchie” (UMA Records, 2021) e l’album d’esordio “Post Nostalgia” (Columbia Records/Nigiri, 2022), chiamamifaro ha pubblicato a gennaio Default” (Columbia Records/Nigiri), il nuovo album composto da sette brani in cui la cantautrice, tra testi immediati e sonorità coinvolgenti e con la freschezza della sua penna e del suo pop narrativo, racconta com’è avere vent’anni, tra incertezze, rimpianti e leggerezza.

Tutti i nuovi brani sono stati presentati live questa sera, alternati a quelli tratti dei lavori precedenti, in una scaletta che bilancia ottimamente brani malinconici a pezzi più ritmati e ballabili. Oltre un’ora e mezza di concerto, a ritmo serratissimo, in cui la giovane artista di Bergamo ha dato prova delle sue capacità vocali, di una energia inesauribile e di grande simpatia e capacità di entrare in contatto con gli ascoltatori.

II concerto si è aperto con il singolo Ma Ma Ma, trascinante e liberatorio, ed è proseguito senza soste in questa carrellata di brani, già apprezzati su disco, a cui il live aggiunge una dimensione più profonda e convincente. Musica pop di qualità, ben costruita a livello melodico e dagli arrangiamenti freschi e contemporanei, su cu si cuciono trame narrative evocative, scritte con la leggerezza dei vent’anni, che si soffermano a riflettere su quella quotidianità di eventi che rendono la vita così preziosa. C’è purezza, malinconica innocenza, tanta sensibilità e un’infinità di dettagli in cui potersi riconoscere nelle canzoni di chiamamifaro.

Ed è visibilmente commossa Angelica, quando si trova davanti agli occhi un mare di braccia che reggono piccoli cartelli con le frasi del suo celebre brano Pioggia di CBD e dediche alla loro beniamina. Nell’introduzione a Monete chiede al pubblico di immaginare il palco come la Fontana di Trevi, in cui gettare simbolicamente le monetine e vedere i propri desideri esauditi. Lascia spazio quindi ai sogni di alcuni dei presenti, per poi esprimere il suo, quello di continuare a calcare i palchi e portare la sua musica dal vivo in Italia per tutta la vita.

E visto che possiede tutte le qualità per poterlo fare, ci azzardiamo a dire che sicuramente il palco di ieri sera realizzerà la magia di realizzare i sogni di questa giovane artista di cui sentiremo parlare in scala sempre più grande in un futuro imminente.

Verso fine concerto presenta un inedito che lascia intendere che la strada intrapresa già in “Default” di proporre brani più ballabili e con meno connotazioni indie, sarà quella che la condurrà anche verso i prossimi progetti.

Ospite di questa sera il romano Peter White con cui ha diviso il palco con Baricentro. Complice anche l’intimità data dallo spazio dell’Alcazar e dalle luci soffuse, il concerto di questa sera aveva una forte atmosfera di condivisione. Angelica sa stare sul palco, la band la accompagna con spontaneità, e ne consegue una sensazione di festa tra amici, dove il distacco tra pubblico e artisti si fa sempre più impercettibile e ognuno riesce a calarsi nei testi e negli argomenti evocati nei brani.

Conclude la serata facendo aprire un cerchio nel pubblico e scendendo a cantare là al centro, per poi finire a ballare tutti insieme e ritrovarsi al bar a bere e fare due chiacchiere.

Non è da tutti riuscire a trasmettere messaggi e far riflettere a una vita subita di default, risultando al contempo leggera, fresca e sincera come si addice alla sua giovane età. Angelica e la full band che la accompagna sul palco (Emanuele Tosoni alla batteria, Alessandro Belotti alla chitarra, Filippo Caretti al basso e Pierfrancesco Pasini alle tastiere, oltre al già citato Belotti alle chitarre) sono stati il faro che ha illuminato questa serata e che continuerà a brillare sempre più forte sul grande oceano della musica italiana. Chapeau.

Articolo e foto di Ginevra Baldassari

Ringraziamo Nina Selvini ed Alice Cherubini di Astarte Agency

 

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