Cactus?, la recensione di No People Party

Cactus?

No People Party

Costello’s

 

Astenersi perditempo, questi ragazzi hanno personalità e già sabato, poco dopo l’uscita del loro disco (fuori il 22 febbraio per i regaz di Cosetello’s) erano nella top list degli ascolti addirittura in Turchia.

I Cactus? sono Simone Marchiori (chitarra, campionatore, synth e voce), Francesco Lunardon (batteria e voce), e Andrea Berti (basso, campionatore, synth e voce). Arrivano da Tezze sul Brenta, hanno un nome inspiegabile, fanno le cose per bene sulla scia di un british pop garage rock sparato ad alto volume. Vecchi rimandi agli XTC e agli Urtovox riadattati in chiave anni 2000 e oltre con la foga degli Arctic Monkeys, in un EP dalle otto tracce che vi piacerà senza alcun dubbio.

Cactus? è vitalità e fantasia musicale rock che si diverte sul battito rap/rock Sleaford Mods di Sam Battle per poi riprendere la via verso la luce del mid tempo ammiccante e della discoteca rock che fu dei Kalxons, facendoci ballare con synth iperbolici  percussioni danzerecce. Bella prova di suono, in un momento in cui queste esperienze sono rare, che fa il paio con un racconto godibile di club notturni attaccati a colpi di tempi dance rock e tequila in Shy Heatrs Club.

Strani arpeggi lo-fi malinconici si prendono poi la scena in See Me Cry, brano più maturo e meno baldanzoso con voce camuffata (la stessa di Pop Tape) che prepara l’assalto finale della traccia Dull Gaze, inarrestabile mid tempo in chiave lo-fi dance psycho rock che confonde la scena come in una notte chiuso in garage con cloni di Franz Ferdiand in acido attivi nell’occupazione di case per puro scopo ludico.

Dopo quattro date live in compagnia del rapper di Denver Bodhi, i nostri escono allo scoperto con un album che non può passare inosservato, e che dal vivo vi sparerà in faccia sudore e attitudine rock.

 

Andrea Alesse

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