E allora si balla. “First” è il primo album di Matthew S

Autore: Matthew S

Album: First

Label: INRI

 

Matteo Scapin, in arte Matthew S, è un producer originario della provincia di Vicenza, dal cuore fermamente elettronico e dalla freschezza entusiasmante. Qualcuno mi aveva già riferito che il suo rimo album, First, mi avrebbe fatto ballare anche in ufficio. Poche chiacchiere e tanta dance elettronica, tra Popolous e Four Tet, con accenni di midtempo molto danzerecci che in tracce come Humour sono il risultato di tanto ascolto di gente come Juistce e affini.

Matthew S è un ingegnere del suono, un drammaturgo della cassa dritta costruita a forza di trance e movimento. Un artista a tutto tondo, che non è solo un docente musicale ma anche un artista visuale e un producer attento alla confezione della sua musica.

Arriva al suo primo disco dopo tanta gavetta – è attivo dal 2006 – è tanta voglia di fare bene, mischiando già con l’iniziale Touch una tradizione europea con degli arabici toni che strizzano l’occhio alla medina elettronica di Instambul, con la collaborazione vocale di Leiner. Un’altra collaborazione, stavolta con la femminilità esplosiva di Ivye, arriva poi con il tocco soul di Don’t bring me down, un invito in cui Matthew S fonde la fiducia melodica in beat alla Svedaliza sound con lungimiranza e capacità.

 L’elettronica incontra la fauna delle lande nordiche in Island (Goldfrapp?), mentre la traccia più significativa appare Disco Ball. Una canzone remixata due volte, in cui il Tetris sound lancia spigolose e appuntite materie elettroniche, laddove Matthew S si lancia verso l’oriente e oltre, con ambientazioni molto calibrate e dense del suo materiale umano.

Tutti a ballare con lui, dunque, sino alla conclusiva ed estiva Inside, una traccia in cui il lounge supera la sua tranquillità con groove lunghi e assolati, evocati da uno spazio centrale che carica il beat del nostro artista  sino in fondo.

Andrea Alesse

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