Tutto sold out: inizia col botto il Todays festival

Strette di mano, amici di social che si incontrano, la città  ancora dormiente di agosto che si anima di shopper bags con le immagini di gruppi indie e l’immancabile logo di Rough Trade.

Ci accoglie venerdì 24 agosto, con solito garbo e animo gentile, il Todays Festival di Torino, pronto gia a superare la soglia delle 30.000 presenze del 2017, con un cast rinnovato e sempre caldissimo. Tra i suoi sublimi spazi, ecco allora la scoperta vera, quella di una città che apre le sue ex rovine industriali e le sue case per ospitarci, luoghi dove ora brulicano arti e cultura viva 

Spazio 211, ma anche l’ex fabbrica di cavi elettrici Incet e la galleria d’arte Gagliardi e Domke, luoghi di sana e robusta costituzione musicale dove il Todays si annida per creare quel desiderio di ritrovarsi insieme in tre giorni tre, tutti sotto un unica bandiera.

Il racconto della prima giornata passa quindi da un immediato sold out, con uno Spazio 211 che si riempie di attesa già da quando salgono sul palco gli Indianizer, con un inno estivo al ballo elettronico targato Hypnosis e un sorriso cumbia electro strappato con la solidità floreale di Hermanos. Peccato durino poco, ma è sempre bello vederli su di un palco grande, con un suono pulito e l’anima giovanile, prima della foga dei Bud Spencer Blues Explosion. Formazione allargata, batteria e percussioni che si incrociano in un blues elettrico con ruvidità e tempi decisi. Viterbini si muove cosi compatto tra le liriche in italiano e i decibel che si alzano col sudore e la forza del ritmo. Maiuscoli anche quando rimangono nella classica forma del duo per gli ultimi due pezzi (con vecchia cover dei fratelli chimici), i romani macinano il loro live con la consueta forza, lungo la strada di un festival che accoglie poi il suo primo, vero e folle ospite internazionale. Sono I King Gizzard & the Lizard Wizard, psichedelia garage assassina di marca australiana che fa il botto sotto al palco, tra stage diving e gran cassa delle due batterie che impazzisce ad ogni ondulata vacillazione dei capelli del loro vocalist. Sapevamo della loro follia, ma così siamo andati oltre, tra suoni di un avanguardia rock che danno il via alle danze con quel compatto assedio dal titolo Digital Black. Sono sette ragazzi scappati dalla noia di Melbourne con l’orgoglio di una musica fluida e rumorosa a suo piacere, che al Todays porta sotto al palco, durante la loro furia, anche un povero malcapitato con la maglia dei Pooh. Mi chiedo, alla fine del live, dove sarà finito.

Finita l’avventura psichedelica ci si ricompone, ed è l’ora dei pluridecorati The War On Drugs. Fuori i cuori e i ricordi, perché Adam Granduciel è in gran forma, mentre ci si commuove con le note saggie di Pain  e Strangest Thing. Di una coralità estrema, complice anche la scelta di mettere dentro al pacchetto un suono di fiato maestoso, gli americani sono la nuova versione musica anti-materia di questa epoca, dove anche se vuoi parlare di post-verita’ in musica, non puoi non invaghirti della loro di musica.

Alla fine, un po’ tristi perché già finito, si saltella sorridenti verso l’uscita e verso lo spazio Incet, dove la notte è lunga e i ritmi cambiano, ma il sold out resta.

Andrea Alesse

Vi lascio alle foto di Vincenzo Nicolello

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