Summer Sonic 2017: la due giorni di grande musica in Giappone

Recensire un evento come il Summer Sonic di Tokyo nella stessa modalità in cui siamo abituati a recensire i concerti o anche i Festival in Italia, mi risulta alquanto difficile.
Il perchè è presto detto: il Summer Sonic è, forse, il Festival musicale più grande ed importante di tutta l’Asia, sicuramente lo è in Giappone. Due giorni di grande musica, distribuita su 7 diversi palchi, in un’area davvero immensa che viene replicata sia a Osaka che a Tokyo. In sommaria, chi suona ad Osaka il primo giorno, il secondo lo farà a Tokyo e viceversa.

Quest’anno (come gli scorsi del resto), il 20 Agosto nel polo fieristico di Chiba (perferia di Tokyo) la lista di artisti che si sono esibiti pare davvero infinita. Giusto per darvene un assaggio: Foo Fighters, Royal Blood, Man With a Mission, All Time Low, Kesha, G-Eazy, Sum 41, Good Charlotte, Pennywise, New Found Glory, Vamps, You Me At Six… e potrei andare avanti ancora (QUI il programma completo).
Assistere al concerto di ognuno di questi artisti è pressochè impossibile, è utile darsi un’idea dei concerti a cui si vuole partecipare ancora prima di recarsi alla kermesse e farsi una sorta di “programma” calcolando che tra i diversi palchi è necessario del tempo per gli spostamenti (per alcuni viene fornito addirittura un servizio navetta). Ovviamente, una cosa del genere potrebbe intimorire i meno audaci, ma sappiate che i giapponesi sono dei veri geni per quanto riguarda l’organizzazione e, soprattutto, sono davvero molto educati e rispettosi. Il festival, rispetto ai nostri canoni, inizia e finisce piuttosto presto: i cancelli aprono alle 9 di mattina e l’headliner sale sul palco principale alle 19.30. 

Il palco principale (Marine Stage) è installato all’interno dello Zozo Marine stadium. Il resto dei palchi si disloca nella zona attorno allo stadio (Beach Stage, Island Stage, Garden Stage) e nel polo fieristico di Makuhari Messe (Mountain Stage, Sonic Stage e Rainbow Stage), composta da numerosi ed immensi capannoni, dove vi sono anche disposte diverse attrazioni.

Inutile dire che la nostra attenzione è stata attirata dagli artisti in scena sul Marine Stage, ma – tra un concerto e l’altro – abbiamo potuto assistere anche ad altre esibizioni.

Le note scanzonate degli All Time Low ci hanno accompagnati durante il nostro ingresso al festival. I giovani americani hanno messo in piedi uno show breve ma intenso, che è stato molto gradito dal pubblico nipponico.

A seguire, dopo un veloce cambio palco, sono saliti gli inglesi Royal Blood, che hanno presentato al pubblico il nuovo disco How Did We Get So Dark?, in alternanza ai brani più conosciuti dell’album di debutto. Nonostante sul palco si presentino solamente in due, la potenza del suono di questa band non si discute: l’energia era palpabile nello stadio, ed anche se molti non conoscevano le canzoni più recenti, si sono lasciati trascinare dall’energia, tra headbang e pogo. Uno show della durata di un’ora, durante la quale i Royal Blood hanno suonato Lights Out, I Only Lie When I Love You, Where Are You Now? e Hook, Line & Sinker dall’ultimo album, unitamente a Ten Tonne Skeleton, Out Of The Black, Little Monster e Figure It Out, che hanno letteralmente aizzato la folla.

Una corsa veloce al Sonic Stage ci ha permesso di vedere il finale dello show dei New Found Glory, che in Giappone hanno davvero un seguito invidiabile, prima che i Pennywise prendessero il possesso del palco. I veterani del punk hanno messo in scena uno spettacolo incentrato sui brani più celebri della loro carriera: da Fuck Authority a Bro Hymn passando per Fight Till You Die e Society. Inoltre, non si sono certo scordati di far cantare il pubblico con qualche cover: da Territorial Pissings dei Nirvana a You Gotta Fight For Your Right (To Party!) dei Beastie Boys e l’immancabile Stand By Me di Ben E. King.

Terminata l’esibizione dei Pennywise era il momento di recarsi verso il Marine Stage per prendere posto e godere dello show degli headliner Foo Fighters.
Con grande sorpresa lo stadio è già stracolmo: si stanno esibendo le BabyMetal, un gruppo giapponese formato da tre ragazzine che, in tutta sincerità, mi ha lasciata spiazzata. La musica di sottofondo è decisamente metal, con bassi potenti e riff graffianti. Ma, state tranquilli, non credo che i puristi del metal possano apprezzare questa miscela con il j-pop. Ebbene sì: i giapponesi hanno ben pensato di creare un prodotto fatto ad hoc, con queste tre ragazzine che, bisogna ammetterlo, hanno doti vocali davvero invidiabili, ma che hanno un timbro che ricorda le sigle degli anime. Il tutto condito da balletti degni della più blasonata girl band anni ’90. Se da noi, una proposta del genere, per quanto originale che sia, fa sorridere; in Giappone questa improbabile miscela.. funziona!
Vi posso confermare che, vi era più gente con le BabyMetal che con gli headliner Foo Fighters.

Ma torniamo allo show. Alle 19.30 in punto, i Foo Fighters fanno il loro ingresso sul palco e attaccano subito con le note di All My Life che infiamma letteralmente lo stadio. Sarà un concerto breve (solo 1 ora e mezza) ma intenso, promette Dave. 
Sulla cassa della batteria di Taylor Hawkins è impossibile non notare l’immagine di Chris Cornell, un tributo all’amico scomparso qualche mese fa. 
La scaletta proposta dalla band americana è una sorta di Greatest Hits: brani come The Pretender, Big Me, My Hero, Monkey Wrench, Learn To Fly, Walk e Times Like These non sono certo mancati; ma vi sono stati anche alcuni momenti che gli spettatori di Tokyo non dimenticheranno con facilità: come il duetto insieme a Rick Astley sulle note di Never Gonna Give You Up oppure l’esibizione sul classico dei Queen Under Pressure, in cui Dave Grohl e Taylor Hawkins si sono scambiati di ruolo. Del nuovo album Concrete And Gold, invece, hanno suonato solamente Run, primo singolo estratto. La chiusura del concerto, con tanto di fuochi d’artificio annessi, non poteva che essere affidata alle immancabili Best Of You e Everlong che hanno chiuso una giornata davvero intensa.

Testo a cura di Claudia Favalli

 

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