Un fenomeno musicale è un fenomeno musicale. Ma Calcutta è un’altra cosa.

Un fenomeno musicale è un fenomeno musicale. Ma Calcutta è un’altra cosa.

Marketing guerrilla al rovescio e un passato importante nell’underground vero, quello con Stefano di Trapani per dircela tutta, non lasciano scampo ad alcun ripensamento o distorsione, anche se finisci a riempire palazzetti  con giovanissimi in età testosteronica ed esci dalla nicchia classica dell’indie music.

Per questo, anche se di fatto si è ormai trasformato in una macchina da guerra senza freni, il buon Edoardo da Latina continua a suscitare la curiosità di noi musico-accaniti amanti della novità e del testo ricercato, lasciando stare le possibili incomprensioni che ci leggono i ragazzini de-politicizzati o impigriti che vanno ad ascoltarlo pensando ad un nuovo fenomeno pop.

E i concerti, nonostante questa contrapposizione tra chi legge veramente i suoi testi e chi si improvvisa suo estimatore solo col ritornello, tornano ad essere un avvenimento utile e sano per divertirsi lCalcuttone nazionale.

Via alle danze, allora, con effetti speciali targati DNA Concerti e proiezioni fumettistiche accanto alle liriche di Kiwi e al duetto con la Michielin. Questo mentre una band rinnovata, col pazzerello Colombre, lo assiste in maniera corale, contribuendo ad animare la sua strategia di cantore di una generazione smarrita (italica, si intende) con canzoni come Dal Verde e Briciole.

Andare oltre le apparenze è il suo mantra, anche se i detrattori crescono (meno dei sostenitori) e la tua musica crea affinità con vari mondi (Dario Hubner uno di noi, sempre).

Ed è giusto che sia così oggi.

È giusto che Calcutta riempia i palazzetti dello sport e faccia impazzire i fan rimasti senza biglietto, perché a cambiare approccio, in fondo, dobbiamo essere noi ascoltatori. Meno dischi-pizza da asporto e consumo immediato e più profondità, vedrete allora anche il buon Calcutta tornerà a sorridere a tutti e i suoi testi non saranno cos’ maledettamente nazional popolari.

Vi lascio allo spettacolo vero con le fotografie di Diego Feltrin e Stefano Cremaschi dei live di Padova e Milano.

Un grazie a DNA CONCERTI e ZED Live

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Andrea Alesse

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