La voce di Mark Lanegan delizia il folto pubblico del Vittoriale degli italiani

Anche quest’anno presso il Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera va in scena una delle migliori rassegne musicali estive. Il Vittoriale degli Italiani è un complesso di edifici, vie, piazze, un teatro all’aperto, giardini e corsi d’acqua eretto tra il 1921 e il 1938 a Gardone Riviera, sulla sponda bresciana del lago di Garda.
Al suo interno vi è un piccolo anfiteatro che contiene circa 1500 persone, dove negli ultimi anni vi sono passati diversi artisti di fama mondiale come The National, Patti Smith o Paul Weller, nell’ambito del Festival Tener-A-Mente.

Quest’anno uno dei più famosi artisti che calcherà il palco è sicuramente Mark Lanegan.
Rispetto al tour che lo ha visto protagonista l’anno scorso dove era in versione acustica, quest’anno è qui con la band per presentare i brani di Gargoyle.

Ad aprire il concerto c’è il suo fidato chitarrista Duke Garwood che insieme nel 2013 hanno fatto uscire l’album Black Pudding. Duke insieme alla sua chitarra ed ad un ottimo batterista deliziano il pubblico con un rock blues d’altri tempi dove vengono alla luce le doti di fingerpicking del chitarrista londinese nonché un timbro vocale molto intenso.

Lanegan entra in scena quasi in punta di piedi con una timidezza incredibile che lo accompagna in tutte le sue performance.
La sua voce è come sempre il punto di forza, ruvida e grintosa come sempre .
Apre con Death’s head Tattoo, tratto proprio dal suo ultimo disco, per poi virare con due brani tratti da Blues Funeral come Gravedigger’s song e Riot in my house. Nei pochi secondi che separano un brano dall’altro Mark saluta e ringrazia il pubblico con voce più rauca del solito, che però si trasforma perfettamente una volta che inizia ogni suo brano.
Whish you Well da Here Comes That Weird Chill del 2003 porta il pubblico indietro di molti anni, quando i suoni erano più aggressivi e pungenti.
Gran parte della prima metà del set presenta brani del ultimo album Gargoyle e brani vecchi, dove si nota in modo evidente, la rotta che il cantante ha preso con gli ultimi dischi, virando verso un rock pop anni 80 rispetto ad un blues che lo accompagnato fino dagli esordi da solista.
Il ritmo incessante di basso e batteria e la sua voce rendono quasi inesistenti le chitarre che accompagnano solamente senza mai uscire dagli schemi. Tutto questo fa si che il rock viene mischiato con il blues con il grunge con un pizzico di elettronica.
Il set si conclude con Methamphetamine Blues del 2004 che anticipa la chiusura degli encore con The Killing Season e la cover dei joy division Love Will Tear Us Apart.
Gli 80 minuti di concerto sono passati molto velocemente, con l’artista americano che ci ha deliziato con un gran bello spettacolo in uno scenario incredibile.

SETLIST:
Death’s Head Tattoo
The Gravedigger’s Song
Riot in My House
Wish you well
Hit the City
Nocturne
Emperor
Goodbye to Beauty
Beehive
Ode to Sad Disco
Harborview Hospital
Deepest Shade
(The Twilight Singers cover)
Harvest Home
Floor of the Ocean
Torn Red Heart
One Hundred Days
Head
methamphetamine blues
Encore:
The Killing Season
Love Will Tear Us Apart
(Joy Division cover)

Un ringraziamento particolare ad Indipendente e al teatro del Vittoriale per il gentile invito.
Foto e testo di Carlo Vergani

Mark Lanegan

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Duke Garwood

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