LUCIO CORSI + CASINO ROYALE – HEROES FESTIVAL – DUMBO BOLOGNA

Siamo stati alla tappa bolognese di Heroes Festival, ospiti della serata Lucio Corsi e Casino Royale.
Heroes Festival è il festival diffuso che, nel mese di maggio, toccherà diversi luoghi d’Italia con altrettanti artisti, prodotto da Music Innovation Hub insieme al Festival dello Sviluppo Sostenibile.

“C’era un mio amico che era troppo secco, col vento volavaI dottori dissero “Appesantirlo è l’unica cosa da fare”L’ingegnere si inventò un’armatura da sei quintaliMa a nessuno venne in menteDi costruirgli le ali”

C’era molta attesa per Lucio Corsi cantautore sognatore grossetano.

Lucio Corsi, in punta di piedi, ti prende per mano e ti accompagna oltre le porte del suo mondo magico.
Dicono che sia nato nel 1993, ma a me piace pensare che provenga da tempi ben più lontani e che, attraverso una sorta di macchina del tempo, arrivi a noi direttamente sul palco per poi fare ritorno poco dopo.
Lucio Corsi e i suoi lunghi capelli lisci, trucco deciso che si fa arte sul suo viso. Una giacca corta dalle spalle larghissime o una tutina molto attillata sul lunghi stivali, incorniciano il suo fisico androgino.
La sua arte è un pò naif e scanzonata, ironica e intelligente: impossibile non restarne ipnotizzati.

Lucio Corsi è il David Bowie italiano senza la pretesa di esserlo, è un anima glam naturale e pura.

Sul palco è accompagnato da musicisti amici dai tempi del liceo e si respira una forte alchimia, soprattutto quando, di nascosto,  li incita ad andare “più veloci, più veloci…” sul brano “Il Lupo”.
Le canzoni scivolano via senza tempo, attraverso le orecchie arrivano al cuore, ne grattano via cicatrici e fuoriescono rigando gli occhi. Leggerezza e libertà!

Lucio Corsi è una carezza sincera, un puro di cuore di cui la musica italiana ha davvero tanto, tanto, bisogno e anche noi.

Finito il concerto ne inizia un altro. Metabolizzare le emozioni di un concerto di Lucio Corsi non è robetta da 10 minuti, servono ore, per alcuni giorni e dover affrontare un altro live è come mangiarsi un piatto di cassöeula dopo un piatto di tortelli maremmani.
Pesantino, ma tant’è….

Ecco salire sul palco gli storici e iconici Casino Royale con il loro miscela di elettronica cupa, reggae e dub che tanto mi ha fatto dondolare alla fine degli anni ’90.
Della formazione storica ritroviamo il frontman Alioscia Bisceglia e Patrick Benifei alle tastiere, mentre nella nuova formazione, anni ’20, segnalo la presenza della meravigliosa Marta Del Grandi con la sua voce potente e cristallina, a dare un tocco di freschezza al concerto.
I brani sono estratti dall’ultimo EP Polaris (2021) e mescolati ai grandi classici della band.

Rivedere i Casino Royale è un tuffo in un passato lontanissimo, quasi dimenticato, che torna con un treno carico di ricordi. Non ero pronta ad accoglierli, mea culpa.
CRX scioglie ogni mia resistenza, ma è troppo tardi ed è un peccato perché i Casino Royale hanno ancora molte storie da farci (ri)vivere.

Si ringrazia The Hive Project

Live report Stefania Nastasi

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