Kraftwerk: la fantascienza teutonica porta l’Arena nel futuro

L’occasione era imperdibile. L’unica data dei Kraftwerk per quest’anno in Italia (ed una delle poche in Europa) con l’esperienza del concerto in 3D.

Lo spettacolo, già presentato con successo sui più prestigiosi palchi del mondo, è approdato anche nell’affollata Arena di Verona, dove insieme ai fan storici del gruppo, sono arrivati molti curiosi, attirati dalla possibilità di poter assistere ad una performance originale. All’entrata ad ogni spettatore veniva fornita una custodia di carta con all’interno gli appositi occhialini per poter godere della visione degli effetti.

Poco dopo le 21.15, i 4 membri della band hanno preso posizione alle loro “consolle” tutte rigorosamente uguali e minimali.

L’apertura è affidata a Numbers e già con il primo pezzo si levano le prime espressioni di meraviglia, quando i numeri sembrano uscire dal palco e aleggiare in modo virtuale davanti agli occhi del pubblico, che pare poterli afferrare con le dita.

Più avanti nella scaletta, durante Spacelab, un Ufo dopo aver localizzato Verona, sorvola sulle teste della gente, prima di atterrare in piazza Bra a pochi passi dall’Arena.

Il concerto prosegue con una quasi scanzonata Pocket calculator eseguita in italiano con il titolo Mini calcolatore. Nella difficoltà della pronuncia, anche i Kraftwerk sembrano fallibili o dei normalissimi…tedeschi in vacanza in Italia. Proprio in un momento come questo si riesce a leggere l’ironia e l’umanità di una band spesso descritta come “troppo seria e fredda”, ma che vuole comunque comunicare ed interagire con il proprio pubblico.

Ma l’ironia finisce qui, perché i quattro immediatamente si ricompongono, quando attingono alcuni brani dell’algido album: The man machine. Da questa pietra miliare vengono eseguite oltre alla title track anche la celebrata The model, Neon lights e Metropolis, quest’ultimo pezzo penalizzato, purtroppo, da un inizio di pioggia, fortunatamente durato poco.

In un concerto celebrativo come quello di Verona, non poteva mancare Autobahn, tratto dall’album omonimo, un successo incredibile ed insperato ai tempi, considerata l’avanguardia musicale che rappresentava questa musica nel 1974.

Questo, come altri brani suonati durante la serata sono stati riarrangiati e attualizzati. Così anche nella storica Radioactivity vengono citate Černobyl, Harrisburg, Sellafield e Fukushima, tutte località tristemente collegate a disastri nucleari, tutti posteriori alla composizione originaria del pezzo.

Il concerto si conclude con Trans Europe Express e Metal on metal. Tra i brani del bis la consueta The Robots “eseguita” da manichini robotizzati con le sembianze della band, che si muovono certamente più dei loro originali; questo giusto per ironizzare ancora una volta su una vecchia credenza che voleva che i Kraftwerk non si presentassero nemmeno ai concerti, mandando in giro, appunto, dei robots con musica preregistrata.

E invece con la conclusiva Music non stop, sono proprio loro in carne ed ossa ad uscire di scena uno ad uno, inchinandosi di fronte al pubblico entusiasta. L’ultimo ovviamente a lasciare il palco è ovviamente Ralf Hütter, l’unico rimasto della formazione originaria, che ringrazia con una parvenza di sorriso e ci da un umanissimo arrivederci.

Set list:
Numbers
Computer World
It’s More Fun to Compute / Heimcomputer
Computer Love
Minicalcolatore
The Man-Machine
Spacelab
The Model
Neon Lights
Metropolis
Autobahn
Tour de France 1983
Tour de France Étape 1
Chrono
Tour de France Étape 2
Geiger Counter
Radioactivity
Electric Café
Trans Europa Express / Metall auf Metall / Metal On Metal
The Robots
Planet of Visions
Boing Boom Tschak / Techno Pop / Musique Non Stop

Ringraziamo Parole e Dintorni e Ja.La Media Activities S.r.l per l’invito.

Testo a cura di Aurelio Hyerace.

Foto copertina di repertorio a cura di Ivan Elmi

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