intervista Tanz Akademie

Da venerdì 29 marzo 2024 è in rotazione radiofonica “The Ghost” (Overdub Recordings), il nuovo singolo dei Tanz Akademie, già disponibile sulle piattaforme digitali dal 26 marzo.

“The Ghost” è il secondo singolo della band alternative rock estratto dall’album di debutto “Hullabaloo”, di prossima uscita. Il concept della canzone ruota attorno al turbamento psicologico, all’ansia e anche alla depressione o ad altri disturbi mentali. Il fantasma presente nella casa è ovunque, produce rumori e si fa sentire, anche se non è visibile: suona il pianoforte nel corridoio, si nasconde negli angoli delle stanze e impedisce di uscire di casa, isolandoti dagli amici. Nonostante tutto ciò, in qualche modo fa parte di te e lo consideri un amico.

La musica è caratterizzata da sonorità noise e punk, ma anche piena di suggestioni bandistiche, marcette e fischi. Questo contrasto crea un’atmosfera inquietante e fiabesca, che oscilla tra l’angoscia e la liberazione. Le chitarre elettriche contribuiscono a creare immagini barocche che vengono poi distrutte.

Spiega la band a proposito del brano: “The Ghost è un brano al quale siamo particolarmente affezionati, tematicamente o anche solo perché è particolarmente divertente da suonare. La usiamo spesso e volentieri come chiusura dei live, è una canzone partecipata, caotica e vibrante. Stimola la nostra immaginazione ed ha sempre avuto un’ottima risposta da parte del pubblico”.

Il videoclip di “The Ghost” riprende le tematiche della canzone sviluppandole in una storyline coesa. L’ansia, la depressione e i disturbi della psiche sono personificati da tre creature: un fantasma, un Uomo-Lepre e una Donna-Cerbiatto. Inizialmente, il protagonista sembra vivere da solo in una tenuta o un castello. Con lo sviluppo della narrazione, queste creature iniziano ad entrare nella sua vita, dapprima come ospiti indesiderati che si stabiliscono a casa sua, per poi diventare amici e compagni di gioco che lo compatiscono e si prendono cura di lui. Il finale è evidentemente aperto, le presenze permangono, e non è chiaro se il protagonista le accetti positivamente e con gioia o se vi si arrenda passivamente. Tuttavia, il clima generale è conviviale.

Biografia

I Tanz Akademie sono un sestetto post-punk/alternative/art pop del Piemonte. Il gruppo è formato da: Francesco Nada (sassofono, chitarra), Luca Assisi (chitarra), Matteo Boglietti (corno francese), Giovanni Lo Vano (voce, chitarra), Matteo Cicolin (batteria) e Michele Reggio (basso).

“Hullabaloo” è il loro disco di debutto, prodotto da Riccardo Salvini e Salvatore Marano (Indianizer) e previsto per la primavera 2024 sotto l’etichetta indipendente Overdub Recordings.

Il gruppo sta suonando molto, facendosi strada nel panorama musicale contemporaneo del nord e centro Italia; inoltre sono già prefissate alcune date in Europa.

Nei live si potrebbe dire che il sound dei Tanz Akademie ricordi una marching band che lancia un party di compleanno, durante un funerale, regalando una performance energica in cui si incontrano influenze post-punk, jazz, goth, folk e pop con la presenza di fiati, suggestioni bandistiche e linee vocali spoken word.

Dopo “The Vampire”, “The Ghost” è il nuovo singolo dei Tanz Akademie disponibile sulle piattaforme digitali di streaming dal 26 marzo 2024 e in rotazione radiofonica dal 29 marzo.

 

Ecco l’intervista che la band ci ha concesso

 

Ciao ragazzi e benvenuti su the front row. Come prima cosa presentateci la formazione della band e da dove venite.

 

Ciao! Siamo Matteo Cicolin (batteria), Giovanni Lo Vano (voce, chitarra), Luca Assisi (chitarra), Francesco Nada (chitarra, sassofono), Michele Reggio (basso) e Matteo Boglietti (corno francese, fiati). Veniamo da Alba, Piemonte e dintorni. 

 

Raccontateci un po’ di storia della band: chi sono i fondatori ufficiali, quando è nata la band e com’è nata l’idea?

 

I fondatori del gruppo sono Giovanni e Matteo, inizialmente nato come progetto solista di Giovanni (con un altro nome) e poi ricostituitosi post-covid come vera e propria band, con la formazione attuale. Giovanni, Matteo e Michele sono i membri più “datati”.

 

Parlateci un po’ del nome della vostra band: come nasce e che significato ha per voi?

 

Il nome è stato ispirato dal film horror cult “Suspiria” di Dario Argento e dal remake di Luca Guadagnino. I film sono ambientati in Germania, in un’ accademia di danza (Tanz Akademie in tedesco) gestita da streghe. In generale ci piaceva molto l’idea che una band si chiamasse “accademia di danza” , ha molto senso, no? 

 

Presentatevi a chi non vi conosce: descriveteci il vostro sound e a quali gruppi e generi vi ispirate maggiormente. Tralasciando il solito discorso “non ci piace essere catalogati in un genere preciso”, in quale movimento/genere vi collochereste?

 

Non ci piace essere catalogati in un genere preciso hahahah, però si, in generale direi che rientriamo nella scena (molto ampia e poco definita) del rock n roll alternativo. Il nostro non è un genere commerciale, ma che tuttavia contiene in sé una forte sensibilità pop, ed una altrettanto forte vena punk e post-punk – generi con i quali molti di noi sono cresciuti . 

Gruppi che ci ispirano? Per citarne qualcuno: David Bowie, Joy Division, The Clash, Bauhaus, Black Country New Road, Franco Battiato, Arcade Fire, Fontaines D.C., American Football, Chet Baker, Beatles, Sigur Ros, Nirvana, Neutral Milk Hotel, Cure, Smiths, Debussy.

 

Siete al lavoro su un nuovo album o lo state per pubblicare? Se sì, parlatecene un po’ altrimenti come descrivereste l’ultimo lavoro che avete realizzato e cosa possono aspettarsi gli ascoltatori dalle vostre canzoni?

 

Il nostro album di debutto “Hullabaloo” uscirà il 26 Aprile. Siamo molto fieri di questo lavoro, reputiamo che sia un disco vivo, volutamente “grezzo” e con un feel “live” che abbiamo ricercato insieme ai nostri produttori Riccardo Salvini e Salvatore Marano (Indianizer) per cercare di trasmettere l’energia che portiamo nei live anche su disco. Il titolo può essere tradotto dall’inglese come “clamore,  trambusto, baraonda”.

 

Ora parliamo della vostra discografia e carriera: qual è stata la prima cosa in assoluto che avete mai registrato, cosa avete inciso fino ad oggi e quante esperienze dal vivo avete avuto?

 

Il nostro singolo di debutto si chiama Tomorrow, sarà presente anche nel disco. Lo abbiamo registrato e fatto uscire nel 2022 col nostro amico e grandissimo musicista Amedeo Viglino. A quello sono seguiti altri due singoli (Darker (2022) e Widows. (2022)); quest’anno sono usciti i due singoli di lancio del disco che sono The Vampire e The Ghost.

 

Quale vostra canzone consigliereste a chi non vi ha mai sentiti?

 

The Ghost

 

Qual è finora il momento più bello e/o importante da quando siete una band? 

 

La settimana di registrazione del nostro disco, a Melle in Val Varaita presso lo studio La Bucaniera, è stata indimenticabile per ovvie ragioni, ma è difficile scegliere solo un momento. Ce ne sono stati molti in questi anni.

 

Chi è il principale compositore del gruppo? Usate qualche metodo per assemblare tutte le idee che vi passano per la testa?

 

Di solito è Giovanni a partire con un’idea molto base della canzone, un giro di accordi o un riff o una melodia e il testo, ma di recente anche Michele o Luca o Matteo hanno scritto delle canzoni, in generale di chiunque sia l’idea iniziale la si sviluppa poi insieme. Il risultato finale è sempre l’unione di noi 6.

 

Parlateci un po’ dei vostri testi: chi è il songwriter principale e quali sono gli argomenti che preferite trattare? E poi, meglio la lingua inglese o italiana?

 

Il 99% dei testi li scrive Giovanni, con qualche eccezione. Molte delle canzoni del disco ruotano tematicamente intorno alla salute mentale, ai disturbi mentali, allo stare bene o male a livello psicologico. Altri testi  possono essere ispirati da storie che si sentono in giro, fatti di cronaca, o che so io, anche film e poesie. 

 

Quant’è importante per voi l’attività live di una band e quant’è determinante, secondo voi, la presenza scenica e perchè?

 

Per noi l’attività live è fondamentale – fare i live è la cosa che ci preme di più e forse anche quella che ci piace più fare, ovviamente amiamo anche scrivere e registrare – ma senza i live non saremmo quello che siamo, in due parole, scusando il francesismo: covid vaffanculo.

Per quanto riguarda la presenza scenica è un discorso interessante, sostanzialmente crediamo che l’onestà sul palco ed il mettersi a nudo con vulnerabilità sia molto più importante – dipende tutto da come ti senti quel giorno, in quel momento – forzare a tutti i costi un’estroversione per apparire più interessanti non ci convince. Se invece ti senti di buttarti in mezzo alla gente e urlare in faccia a tutti, devi farlo , colpevoli anche noi!

 

Quanto conta, secondo voi, il look di una band al giorno d’oggi? Voi avete un vostro “dress code” oppure salite sul palco come capita?

 

Ne abbiamo già parlato in passato, a volte ci abbiamo anche provato, dipende da come ci sentiamo in un determinato live – tendenzialmente il mood è molto come as you are, alcuni di noi considerano l’abbigliamento come qualcosa di importante in generale nella vita di tutti i giorni e nell’arte, altri meno. Ci veniamo molto spesso incontro.  Il look può essere un ulteriore forma di espressione artistica come può essere un’ostentazione del nulla, è tutto molto soggettivo. 

 

Cosa possono aspettarsi i ragazzi che vengono ad assistere ad un vostro show?

 

Sudore, ballo, libertà di espressione, emotività, urla, caos, introspezione, a volte disagio – va accolto anche quello.

 

Un vostro parere sulla scena italiana e suggerimenti per accrescere il movimento underground sempre più affollato; inoltre vorremmo che ci indicaste quali sono, secondo voi, i migliori gruppi italiani del momento.

 

Crediamo che la scena italiana alternativa sia cresciuta , e per fortuna, negli ultimi anni. Il mercato italiano molto chiuso in cui devi per forza cantare in italiano e copiare le cose che hanno successo e rimanere solo in Italia sta forse cedendo? Non lo sappiamo ma speriamo di si.

Qualche progetto Italiano che vogliamo consigliare e che amiamo sono: Irossa (da Torino), Sleap-e (da Bologna) e Sacrofuoco (da Carmagnola). In generale il sottosuolo italiano brulica di band e artisti super validi. Che gli si venga dato spazio. Basta cercare di non essere pigri e andarli a scovare. 

 

Meglio uscire per un’etichetta discografica (che sìa major o indie) o lasciare l’intera gestione della band in stile D.I.Y. e perchè?

Una cosa non esclude l’altra, il nostro disco uscirà per un’etichetta indie (Overdub Recordings) che però ci lascia tantissima libertà di agire, la stragrande maggioranza delle questioni ce le sbrighiamo da soli, quindi è DIY, i tour li organizziamo da soli, i concerti li troviamo noi, le grafiche, le locandine, dove registrare, come, quando. E riteniamo sia un bene, al momento – finché non avremo un esaurimento nervoso ahahah.

 

Quanto vi hanno aiutato i social network come Myspace, Facebook, Twitter a farvi conoscere e quanto in generale questi strumenti possono aiutare un gruppo a farsi conoscere rischiando però di cadere nella marea di band emergenti che forse abusano di questi mezzi? A tal proposito, quali sono i vostri contatti sui social network?

 

I tre citati non li usiamo, a parte Facebook che usiamo poco, usiamo però molto Instagram per aggiornare le persone sulle nostre novità. Su instagram ci chiamiamo: tanz.akademie.

Tendenzialmente direi che è uno strumento positivo per un artista. Basta non venir sopraffatti dai numeri. Perché non significano nulla. O comunque poco. 

 

Se, fantasticando, poteste scegliere un producer con il quale lavorare, chi scegliereste?

 

Dan Carey

 

E con quale musicista/gruppo realizzereste invece una canzone (o un remix) assieme? 

 

David Bowie o I Beatles 

 

Prima abbiamo parlato dei gruppi ai quali vi ispirate di più per il genere che fate. Ora invece vorrei parlare dei gruppi che vi hanno cambiato la vita, anche di tutt’altro genere. Quali sono i vostri gruppi o cantanti preferiti e quali vi hanno spinto a voler diventare musicisti? 

 

Gli stessi citati prima 

 

A livello di musicisti, qual è il vostro sogno nel cassetto? 

 

Staremo medio-realistici: suonare per la stazione radio KEXP, alla quale la scena e il pubblico alternative mondiale deve molto. L’altro è suonare a Glastonbury. 

 

Album (o gruppo) straniero da consigliare ad un amico

 

Supersport! (Islanda)

 

Album (o gruppo) italiano da consigliare ad un amico

 

Irossa (album Satura)

 

Album (o gruppo) in cui quale avresti voluto suonare

 

In the Aeroplane Over the Sea dei Neutral Milk Hotel. 

 

Ultimo album (o gruppo) ascoltato

 

L’album Anni Luce, dei Sacrofuoco.

 

Ultima cosa: lasciate un breve messaggio di saluto che possa anche convincere le persone ad ascoltarvi.

 

Siamo probabilmente la band migliore al mondo. E siamo anche umili. 

 

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