intervista a Sambiglion-Vi racconto La mia musica Mentale

E’ uscito il 21 aprile su tutte le piattaforme digitali il singolo “Umberto” del cantautore vigevanese Ruben Caparrotta, in arte Sambiglion.

Il brano, prodotto e distribuito dall’etichetta La Stanza Nascosta Records di Salvatore Papotto, che è anche co-arrangiatore del pezzo, è accompagnato dal videoclip ufficiale realizzato dal duo Teaseng, composto da Martina Modica e Edoardo Furlani.

La copertina del singolo è firmata da Luca Borchio, in arte Boba.

In Umberto Sambiglion strizza l’occhio all’itpop di ultima generazione, senza abdicare alla sua anima cantautorale, con echi gaetaniani: il risultato è uno stream of consciousness dolente, tra distopia e mémoire familiare.

La reiterazione suggestiva dello xilofono sembra scandire una ritualità amara e claustrofobica, adombrando una flebile promessa di redenzione. 

 

 

The front Row ha incontrato il cantautore, impegnato attualmente in una serie di presentazioni live dell’album di esordio “Tu eri lì”.

 

Nel 2020 ha pubblicato per La Stanza Nascosta Records l’album “Tu eri lì”, con l’intento dichiarato di “dare al lavoro un sound senza data di scadenza”. L’emergenza sanitaria ha impedito le presentazioni del progetto, che sono ripartite da poco…pensa di essere riuscito nel suo intento?

Penso di sì! Oltre al sound, insieme a Diego Antonucci abbiamo lavorato agli arrangiamenti con un approccio molto classico, pensando appunto che possa essere fruibile da utenti anche di generazioni diverse.

Logicamente il mondo va avanti e la ricerca dei suoni è sempre in continua evoluzione, ne sono consapevole… infatti nell’ultimo singolo, con Salvatore Papotto, abbiamo arrangiato uscendo dagli schemi del disco, spero che la scelta usata dia al brano la sua giusta atmosfera.

 

Qual è l’accoglienza che il pubblico sta riservando all’album?

Ad oggi l’album, eseguito live, ha molto successo! Piace, piace soprattutto quando, prima dei brani, dico due parole o faccio delle battute introduttive ai pezzi, serve a rendere partecipe lo spettatore ed effettivamente l’esecuzione viene seguita con più coinvolgimento.

 

Rino Gaetano, al quale spesso la critica la accosta, firmò il singolo I love you Marianna con lo pseudonimo di Kammamuri’s, in omaggio a un personaggio de “I Pirati della Malesia” di Salgari; il suo nome d’arte, Sambiglion (pur senza una una “g”) rimanda al famoso tigrotto del romanzo?

Ebbene sì, Sambiglion(g) è un Tigrotto della Malesia. 

Ho sempre sentito dentro di me che la missione di Rino mi coinvolgeva in prima persona, il suo fare musica con lo scopo di arrivare a una verità. (Se mai qualcuno capirà, sarà senz’altro un altro come me.) R. Gaetano 

Spero di non sembrare la copia di Rino, sto lavorando molto sulla mia identità personale e artistica.

 

Oltre a Rino Gaetano quali sono i cantautori che l’hanno influenzata?

Ho amato e pianto da piccolo grazie a Jovanotti, Silvestri, Carboni. Ho capito l’incastro perfetto che deve esserci tra musica e parole, ed ho imparato che ogni canzone ha una sua anima grazie a Vasco Rossi. Ho accolto la poesia e l’incanto con Capossela, De Andrè, Conte, Guccini, Fanigliulo, Graziani, Battisti, Jannacci, Bernasconi (Van de Sfroos). E poi c’è Franco Battiato, che a parer mio gioca un altro campionato.

 

Nel singolo “Caro Natale”, uscito a dicembre, Babbo Natale viene descritto come “un signore ferito un po’ radical chic”. Vuole spiegarci più nel dettaglio questa, potente, immagine?

Mah… non voglio dare una svolta politica a questo brano e per questo motivo è, volutamente, un’immagine quasi sfuggente. Però forse c’è qualcosa in Babbo Natale che mi ricorda la silhouette di Garibaldi, oltre al ruolo.

 

Parliamo di “Umberto”, il suo nuovo singolo. Insieme al suo produttore, Salvatore Papotto (che è anche co-arrangiatore del pezzo) avete deciso di strizzare l’occhio all’it-pop di ultima generazione?

La verità è che, avendo scelto di far uscire quattro singoli separati l’uno dall’altro, ho voluto staccarmi dalla continuità, anche musicale, che in parte un album impone; quindi ogni pezzo avrà una sua identità. Sentirete strumenti, suoni e arrangiamenti anche molto diversi tra loro.

Per Umberto, mi sono ispirato, lo dico apertamente, all’atmosfera di Blu (Postino) e Stanza Singola (Franco 126 e Paradiso). Benché Umberto parli di tutt’altro, mi piaceva l’idea di usare quell’approccio musicale. Ma non è assolutamente una scelta di marketing!

 

Le collaborazioni con l’etichetta La Stanza nascosta Records e, per quanto concerne i videoclip, con il progetto Teaseng sono ormai consolidate. Quali sono i punti di forza di queste realtà?

Penso che, nel montaggio, i Teaseng siano fortissimi! L’altro punto di forza è la pazienza con la quale ascoltano tutti i miei sproloqui e accolgono i significati nascosti delle mie canzoni, e- a volte spudoratamente a volte velatamente- nei video ci sono dettagli interessanti!

La Stanza Nascosta invece è una famiglia, il dialogo e il confronto sono continui e Salvatore, oltre ad avere una pazienza che va oltre il limite terreno, è un produttore che mi lascia abbastanza libero sulle scelte artistiche e per un artista questo è molto importante!

 

Il libro che ha sul comodino?

Attualmente ho sul comodino due Libri del professor Malanga, TCT (La Coscienza Ritrovata) e Trilogia della Coscienza, già letti, ma che consulto spesso; poi ho Salute e Benessere con le Piante di Bruno Brigo, vorrei fare un giardinetto consapevole all’ingresso di casa!

Però non nascondo che ultimamente, dato che il tempo è sempre contato, ascolto Podcast, a chi piacciono le indagini, consiglio Metanolo e Indagini.

 

Cinque brani per la playlist ideale di Sambiglion?

Sally (Vasco Rossi), Bardamù (Vinicio Capossela), Boogie (Paolo Conte), Dolcenera (F. De Andrè), Sentimiento Nuevo (Franco Battiato)

 

Tre aggettivi per descrivere la sua musica?

Mentale, Spirituale e Animica. 

Che sono i 3 livelli di lettura e di ascolto.

 

Intervista fatta dalla Redazione

Un ringraziamento a Verbatim Ufficio Stampa

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