Ayorama, l’immutabilità vincente di Veyl

Autore: Veyl
Album: Ayorama
Etichetta: Elastica Records

“Ayorama per me è la descrizione dei miei abissi, il panorama dei miei più profondi brividi. La musica diviene l’acido che scioglie ciò che nascondo alla luce del giorno e al tempo stesso la medicina contro ogni male”.
Veyl

Veyl non lascia scampo a incertezze. All’anagrafe fa Viola d’Acquarone e produce per Elastica Records il suo primo Ep, Ayorama. Una piacevole sorpresa dopo l’esperienza in Mtv generation, che sono sicuro farà parlare molto di sé, nonostante il suo sound sia sfuggente a eccessivi incasellamenti e barbare definizioni. Nata come suonatrice di pianoforte, è ora una producer elettronica che si imbatte in suonate con il theremin e da alla luce il suo primo lavori solista dopo le collaborazioni con i Nihil Est in Nuvole Notturne (Seahorse Recordings) e con Toshiyuki Yasuda e Gak Sato in Nameless God’s Blue (su
Megadonelly).
Veyl compare anche nella traccia Alma M contenuta nell’ultimo album dei Port Royal, Where Are You Now (su N5MD). E proprio con Emilio Pozzolini, campionatore e programmatore che suona con la solida formazione dei citati Port Royal, nasce la produzione di Ayorama, 6 brani dotati di un magma musicale che si tuffa in un elettronica ambient e celebralmente pop, con fermate glitch e dark. L’atteggiamento è quello giusto, e in un epoca di voci femminili salite giustamente alla ribalta (vedi Lim e Birthh), Veyl ha colpito nel segno. Ma oltre alla musica c’è d’altro. Ayorama è infatti anche la summa delle cose che non si possano cambiare, non una timida rassegnazione, ma un’accettazione coraggiosa di situazioni da considerare immutabili, come la propria natura. A cantarla ci pensa la nostra artista, che apre il disco con Broken Arms, manifesto shoegaze elettronico intimo e programmatico. Un’impronta sonora che richiama un’atmosfera dark e si arricchisce di un lento loop che sposa alla perfezione le immagini del video diretto da Alessandro Arcidiacono, ambientato in una fabbrica abbandonata.
Gli fa eco la seconda traccia, Flowers, arrangiata su un sintetico tessuto di suoni che potrebbe appartenere ai Boards Of Canada o a artisti in zona Moor music, con il crescendo melodico che si concretizza grazie alla voce di Veyl, profonda e mai lineare.
Più claustrofobica e torbida è Dirty Car, taslata in un’altro video a firma Arcidiacono e maggiormente vorticosa con il suo groove costruito su suoni elettronici secchi e ruvidi. Partecipa, peraltro, il producer Useless Idea. Veyl poi ci spiazza tutti con Ayorama, titletrack che deve il nome alla barca del nonno su cui veleggiava da bambina, e che offre addirittura una parentesi di hip hop music, con la partecipazione di Uncle Meg, rapper donna da Ny. Musiche da primo Dalek, insomma, con trasporto emotivo assicurato. Xvx ci regala poi attimi Edm oscuri e la finale the highest skyi è una spirale elettronica vorticosa e avvincente.

Un primo lavoro da applaudire, anche per la scelta di uscire con il solo vinile, senza mediazioni commerciali alcune.
Un consiglio per gli amici milanesi: andate a vederla giovedì 16 novembre alla rassegna di Mare Cuturale Urbano.

Testo a cura di Andrea Alesse

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