Una voce senza tempo: Riccardo Cocciante alle Terme di Caracalla

Roma, 6 giugno 2025

Riccardo Cocciante è tornato a esibirsi a Roma ieri sera, in uno dei luoghi più suggestivi della Capitale: le Terme di Caracalla. La prima delle due date previste ha rappresentato un momento di rara intensità artistica, che ha messo in risalto ogni sfumatura del suo repertorio e del suo percorso umano e musicale.

Nato a Saigon nel 1946 da padre italiano e madre francese, Cocciante è una figura centrale della canzone italiana d’autore. La sua carriera, iniziata oltre mezzo secolo fa, è costellata di brani che hanno attraversato le generazioni e continuano a ricevere riconoscimenti. Il suo stile personale, che fonde melodie profonde e testi riflessivi con elementi pop e rock, lo ha reso riconoscibile e sempre attuale. Il recente rilancio del brano Era già tutto previsto, tornato a risplendere grazie alla sua intensa presenza nella colonna sonora del film Parthenope di Paolo Sorrentino, dimostra quanto la sua scrittura continui a dialogare con l’immaginario contemporaneo, mantenendo intatta la forza emotiva degli esordi.

Vestito di bianco, Cocciante ha fatto il suo ingresso sul palco accompagnato da un ensemble di musicisti d’eccellenza: due chitarre, tastiere, basso, batteria, percussioni e cori. Fin dall’apertura con Ora che io sono luce, è emersa l’intensità della sua interpretazione e si è percepita la potenza emotiva di ciò che stava per accadere.

Per quasi tre ore ha alternato canzoni celebri a racconti personali, ricordi e riflessioni. Ogni introduzione ha aggiunto spessore all’ascolto, offrendo una visione intima della sua esperienza d’artista. I brani sono stati scelti con cura, in un equilibrio tra momenti energici e passaggi più lirici e poetici. Dopo una manciata di brani eseguiti in piedi, un pianoforte a coda è stato portato sul palco, regalando ulteriore intimità all’esibizione.

Particolarmente significativa la riflessione sul valore della cultura europea, maturata dopo anni vissuti negli Stati Uniti. Le sue parole, misurate e sincere, hanno introdotto un’intensa esecuzione del brano La nostra lingua italiana, in omaggio alla ricchezza espressiva del nostro patrimonio culturale.

La parte centrale della serata è stata dedicata ai suoi musical più celebri. L’intervento di Marco Vito, primo interprete di Romeo, ha impreziosito l’esecuzione dei brani tratti da Notre Dame de ParisIl tempo delle cattedrali, Bella e I clandestini – aggiungendo pathos e profondità.

Ha voluto poi ringraziare gli autori con cui ha collaborato, riconoscendo il ruolo fondamentale che hanno avuto nel dare forma scritta ai suoi sentimenti. Applausi lunghissimi hanno salutato la presenza in sala di Mogol, celebrando il forte legame professionale e umano che li unisce e resiste nel tempo.

Toccante anche l’ omaggio a Rino Gaetano, e alla sua celebre rilettura di A mano a mano; Cocciante ci ha proposto il brano nella sua originale versione in tre tempi.

Nel finale, le note di Se stiamo insieme, Margherita, Bella senz’anima, Questione di feeling e In bicicletta hanno coinvolto tutto il pubblico, composto da ascoltatori di diverse età: dai fedelissimi di lunga data alle nuove generazioni che sono cresciute con la sua musica, l’entusiasmo condiviso è stato la prova di una comunicatività che supera le barriere del tempo.

Riccardo Cocciante non si limita infatti a cantare: vive ogni parola, trasforma ogni nota in emozione pura. In un’epoca in cui la musica rischia di smarrire il suo significato più profondo, la sua presenza ci ricorda cosa significhi davvero entrare in contatto con l’anima di una canzone.

Molto più di un concerto, Io… Riccardo Cocciante è la celebrazione di un’arte che nasce dall’autenticità, dall’emozione e dall’inesauribile desiderio di condivisione. Con questo evento, Cocciante ha riaffermato il valore della sua presenza nella musica italiana e il significato profondo del suo essere interprete, abitando ogni parola e ogni nota delle sue canzoni.

Prima di congedarsi, sulle note di Io canto, ha promesso che continuerà a cantare finché il corpo glielo permetterà, perché la musica è la forma più autentica con cui riesce a esprimere ciò che sente. Un’eredità d’amore che continua a rinnovarsi senza perdere una briciola della sua forza interpretativa.

Domenica 8 giugno, il miracolo si ripeterà per la seconda data, offrendo una nuova occasione per lasciarsi avvolgere dalla magia di questo artista irripetibile nel quadro straordinario di uno dei luoghi più suggestivi di Roma.

Articolo e foto di Ginevra Baldassari

Un ringraziamento speciale ad Anastasia di Words for you

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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