Un travolgente Glen Hansard chiude Tener-a-mente al Vittoriale

Venerdì 26 luglio, Gardone Riviera. L’Anfiteatro del Vittoriale gremito di spettatori aspetta impaziente l’ultimo appuntamento di questa stagione di Tener-a-mente, il festival che ogni anno attira al Lago di Garda artisti di fama internazionale.

Stasera tocca al cantautore e attore Glen Hansard chiudere la nona edizione della rassegna. Voce e chitarra dei The Frames, il musicista irlandese ha guadagnato ormai una consolidata fama da solista. Nella sua lunga carriera ha fatto anche parte con la cantante e pianista ceca Markéta Irglová del duo The Swell Season, vincitore del premio Oscar 2008 per la miglior canzone originale con Falling Slowly, tratta dal film Once.

Il palco è decorato con piccole lampade che donano lievi barlumi arancio, creando un’atmosfera magica, in cui potersi perdere in questa calda sera d’estate.

Ma ecco, le luci si spengono e fra il pubblico cade il silenzio. Glen appare al piano, subito accolto da un applauso fragoroso.

Hansard saluta la platea con Bird of Sorrow, successo del 2012 tratto dall’album da solista Rhythm and Repose, dando subito prova dell’incredibile potenza della sua voce. Abbraccia quindi la chitarra e attacca con la grintosa This Gift, al cui ritmo sfrenato il pubblico si abbandona, alzandosi subito in piedi e incoraggiando l’artista con urla e applausi .

Glen passa in rassegna la sua storia musicale, da My Little Ruin a When Your Mind’s Made Up (The Swell Season), scatenandosi con la chitarra in una danza scatenata e irresistibile, in cui dimostra un’incredibile abilità con lo strumento oltre che un’intensa fisicità.

Il cantante manifesta fin da subito la capacità di affiancare momenti intimi, di raccoglimento e calma, a pezzi travolgenti e sfrenati, a volte nello stesso brano.

Fra pezzi lievi alternati a esplosioni di suono (e luce), ecco la trascinante I’ll Be You, Be Me, singolo che ha anticipato il nuovo album, This Wild Wiling, uscito quest’anno.

Dopo Fitzcarraldo e Revelate, brani dei The Frames, Glen dà nuova prova della potenza della sua voce, cantando alcuni dei suoi pezzi senza il microfono (Grace Beneath the Pines).

I brani si susseguono, dall’intima Mccormack’s Wall alla sfrenata Way Back in the Way Back When all’imprescindibile Falling Slowly, e Hansard non perde occasione per travolgere il pubblico con il suo virtuosismo con la chitarra, spingendola al suo limite (fino a sollevarla verso il cielo).

Il cantante lascia quindi spazio alla giovanissima figlia di uno dei membri della band, che si guadagna l’entusiastico applauso della platea grazie alla sua voce cristallina e all’abilità con il piano.

Ci stiamo ormai avvicinando alla fine del concerto, e Glen ha preparato un momento speciale per congedarsi dal pubblico: permette infatti che gli spettatori si arrampichino sul palco e ballino e cantino Devil Town (cover di Daniel Johnston) insieme a lui.

Ancora un originale encore, improvvisato con i membri dello staff e della band, e poi cala definitivamente il sipario su questa nona edizione di Tener-a-mente.

Grazie a tutti per aver offerto anche questa estate notti di emozioni e musica di alto livello, valorizzando questo palco dalla vista lago mozzafiato.

SETLIST:

Bird of Sorrow

This Gift

Love Don’t Leave Me Waiting / Midnight Train to Georgia
(Gladys Knight cover)

My Little Ruin

When Your Mind’s Made Up
(The Swell Season song)

Fool’s Game

Don’t Settle

I’ll Be You, Be Me

Winning Streak

The Closing Door

Fitzcarraldo
(The Frames song)

Revelate
(The Frames song)

McCormack’s Wall

Didn’t He Ramble (snippet Riders on the storm)

Way Back in the Way Back When

Grace Beneath the Pines

Falling Slowly
(The Swell Season song)

It Beats Me
(Mark Geary cover)

Snippet Her Mercy

Drive All Night
(Bruce Springsteen cover)

Bird on the Wire
(Leonard Cohen cover)

Devil Town
(Daniel Johnston cover)

Dream baby dream (snippet with heyday by Mic Christopher)
(Suicide cover)

The Auld Triangle
(Brendan Behan cover)

Arrivederci all’anno prossimo.

Si ringrazia Ja-La Media Activities per l’invito.

Testo a cura di Anna Travagliati fotografie a a cura di Carlo Vergani.

Glen Hansard

Mark Geary

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