Autore: Manu Delago
Album: Parasol Peak
Label: One Little Indian
Manu Delago non è un artista da sottovalutare. Basta questo per farvi proiettare lungo l’asse del
suo nuovo lavoro, frutto di una passione smisurata per la montagna e di un tentativo riuscito di
unire arti figurative e musica. Accanto all’album, difatti, Manu ha realizzato un documentario che racconta la spedizione sulle Alpi che ha compiuto insieme ai suoi musicisti. Un ‘avventura piena di insidie, in cui la neve e le difficoltà logistiche si sono piegate al suono strumentale di un’innata capacità espressiva e sentimentale. Una sfida, vinta con la musica nel cuore e con uno spirito di coesione che ha portato Delago e la sua crew a raggiungere la vetta. Sette elementi al suo fianco, per sonorizzar la natura e le attitudini di un musicista che già con Bjork e altri importanti artisti ha fatto parlare di sé.
Dentro “Parasol Peak”, quindi, troviamo tutta l’enfasi di un autore che mette piede dallo studio per energizzare una tensione umana che pesca dalle file della tradizione balcanica e dalle sue trombe con Parasol Woods, la prima traccia di un viaggio che è sempre segnato dall’amore di Manu Delago per il suo strumento, l’ham. La tensione del viaggio, denso di difficoltà e insidie, e la piacevolezza dei rumori tipici della montagna, come i campanelli di North Cluster, canzone bucolica apre alle passeggiate ghiacciate di Ridge View, altro brano in cui i fiati sciolgono ghiacciai e creano la rilassatezza in mezzo ad un sottofondo di ventosa atmosfera d’altura.
Con un pizzico di field recording sempre presente, Delago crea un ulteriore passaggio sonoro, che in Listening Glacier abbraccia archi folk alla Beirut, sino all’esplosione della titletrack, un inno alla vita pieno di suspense e ricerca sonora. Antipasto cauto, in attesa di Base Camp, dove si festeggia con Bregovic sullo sfondo a base di amicizia e giusto premio per un impresa riuscita.
Un consiglio, non perdetevi neanche il film, per godere in pieno delle atmosfere di Manu Delago.
Andrea Alesse