Ci sono serate che non si esauriscono con l’ultimo applauso. Restano nell’aria, come profumo di vino buono e note che si rifiutano di svanire. Così è stato ieri all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nella Sala Sinopoli, dove Tosca ha guidato il terzo appuntamento del 2025 del suo D’Altro Canto, un progetto residente nato in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e ormai diventato un piccolo rito di stagione.
Da due anni D’Altro Canto si rinnova e sorprende, ogni volta diverso, ogni volta uguale a se stesso nello spirito: quello del gioco, del racconto, della scoperta. E ieri sera il gioco aveva un titolo magnetico e tagliente: “Il Tradimento”. Ma niente drammi da melodramma, niente lacrime in minore. Sul palco, il tradimento si è fatto sorriso, ironia, confessione scherzosa e musica condivisa.
Con Tosca, padrona di casa e maestra di cerimonie, c’erano Rocco Papaleo, Irene Grandi, Luca Barbarossa e Beatrice Arnera — una compagnia di amici, più che di ospiti, pronti a lasciarsi trascinare in un flusso di parole, risate e canzoni. Insieme, hanno attraversato il tema con la leggerezza di chi sa che anche le ferite possono danzare, e che la verità, a volte, si nasconde dietro un ritornello.
Sul palco, la colonna sonora di questo incantesimo era affidata a una band dal tocco raffinato e complice: Giovanna Famulari (pianoforte e violoncello), Massimo De Lorenzi (chitarra), Luca Scorziello (percussioni e batteria), Lorenzo Apicella (pianoforte), Fabia Salvucci (percussioni e voce) e Arabella Rustico (contrabbasso). Insieme, hanno intrecciato suoni e respiri in un mosaico musicale dove ogni nota sembrava avere una storia da raccontare.
D’Altro Canto nasce per accompagnare il pubblico “per mano” dentro l’altro volto della musica, quello nascosto dietro le quinte, tra racconti, aneddoti e improvvise illuminazioni. L’idea si ispira al sarau brasiliano — quelle serate tra amici in cui, dopo cena, si passa la chitarra e la parola gira libera come il vino nei bicchieri.
Ed è proprio questo lo spirito che Tosca porta in scena: un “passachitarra” sentimentale e ironico, dove si rivelano canzoni dimenticate, si reinventano hit, si scoprono gioielli smarriti e si rendono omaggi ai grandi maestri. Ogni appuntamento parte da un tema e finisce chissà dove — ma sempre con la sensazione che il viaggio sia valso il biglietto.
Ieri sera, “Il Tradimento” è diventato una festa in punta di voce, un modo per raccontarsi e sorridere delle proprie fragilità, per tradire — forse — solo la prevedibilità. E mentre la Sala Sinopoli si riempiva di applausi, Tosca e i suoi compagni di gioco lasciavano al pubblico un piccolo segreto: che la musica, quando è vera, sa perdonare tutto.
La scaletta del live
Passacaglia della vita
Voglio una casa
The other woman
È l’amore che se ne va
Duetto della gelosia
Porta Portese
Quando l’amore se ne va
Puro teatro
Buonasera dottore
Anche un uomo
Lella
La canzone dei vecchi amanti
Torna
Cosa farà Dio di me
La colegiala – Mon amour
Il nostro ringraziamento ad Antonella Mucciaccio e Fondazione Musica per Roma.
