Torna il noir-pop dei The Veils, esce Total Depravaty

TOTAL DEPRAVATY
NETTWERK MUSIC GROUP
Distribuzione: BERTUS

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Esce il 26 agosto Total Depravaty, nuovo lavoro dei The Veils, band neozelandese con base nella proficua Londra che torna sulle scene dopo tre anni di silenzio. Capitanati dall’enigmatico Finnn Andrews, cognome famoso dovuto al padre Barry Andrews (leggenda dietro le tastiere degli XTC), dopo il successo di Lavinia, incisa sul celebre The Runaway found prodotto per Rough Trade e pluridecorata anche su MTV e network simili, i The Veils hanno dato luce ad altri tre dischi. L’ultimo, Time Stays, We Go del 2013, aveva segnato profondamente il nuovo corso del gruppo, lanciato dietro una rincorsa alla fuoriuscita dal ghetto sonoro indie a colpi di macabra poesia rock e lussureggianti schitarrate.

Total Deparvaty esce con il marchio dell’etichetta canadese Nettwerk Records (già con gli Skinny Puppy) ed è co-prodotto dal frontman Andrews, da Atom Greenspan e Nick Launay (gente che ha lavorato con Arcade Fire e Nick Cave), e da EL-P dei Run the Jewels. Leggenda narra proprio che, da un incontro casuale in un bar di Los Angeles tra il rapper e il cantante/songwriter dei neozelandesi, abbia poi preso il via la definizione delle sonorità del disco, la cui produzione è durata due anni. Un lavoro ricercato e anche cupo, già segnato dalla copertina di Nicola Samori, apprezzato artista italiano e transfiguratore artistico di opere d’arte, che con il suo sfondo di colore nero fa emergere da subito la sintonia con i The Veils, cantori di un noir- pop che con le sue venature cinematografiche si intromette in territori cymbal rock e oltre, uscendone a testa altissima.
La multiformità del nuovo album è tracciata già dalla prima canzone, Axololt, ottima interpretazione in cui collabora El–P e il cui titolo rimanda ad una salamandra messicana dalle sembianze non proprio eleganti. A preannunciare il nuovo disco, proprio il video di tale pezzo, una messinscena di un incubo che rimanda ad esorcismo finito male in cui l’atmosfera è quella delle province arrugginite di David Lynch. È il segno, evidente, della continuità artistica di Finn Andrews, che reciterà nella nuova revival serie di Twin Peaks insieme, tra gli altri, ad Eddie Vedder. I beat arrovellati e l’affannosa spirale vocale della prima traccia lasciano poi spazio a ballad dal sapore desertico (A bit on my side, Iodine & Iron e Low Lays the Devil) e a preghiere laiche di mistica vocazione sonora, in cui le declamazioni del cantato si innervosiscono su ritmi di batteria crescente e delirante (nelle belle note di King of Chrome). Here come the dead suona psichedelica e distorta, mentre In the blood è il degno prodotto di una band che ha ascoltato Nick Cave sino allo sfinimento. Attraversando i brani del disco, si intravedono le esperienze vissute dal compositore Andrews, guru intellettuale e pubblicitario che narra di passato ma anche di visioni oniriche (House of spirits ne è l’esempio lampante). Da non sottovalutare, poi è la seducente Do your bone glow at night, in cui il duetto cantato con una voce femminile dona grazia e fragilità ad un testo in linea col noir dell’album. Chiude il tutto la titletrack Total Deparvaty, dal gusto dark wave dedito a compiante sonorità eighties.
Non ci resta, quindi, che presenziare ai loro show italiani del prossimo ottobre, il 21 al Club Serraglio, Milano, e il 22 a Bologna, sponda Locomotiv Club.

Tracklist
01 Axolotl – 02 A Bit on the Side – 03 Low Lays the Devil – 04 King of Chrome – 05 Swimming With the Crocodiles – 06 Here Come the Dead – 07 In the Blood – 08 Iodine & Iron – 09 House of Spirits – 10 Do Your Bones Glow at Night? – 11 In the Nightfall – 12 Total Depravity

Testo a cura di Andrea Alesse

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