The Lumineers: il grande ritorno in Italia con un’unica data da togliere il fiato

La band americana The Lumineers si è esibita ieri sera all’Unipol Forum per l’unica data italiana del tour. Riviviamo insieme i migliori momenti del live e della carriera ventennale della band

È difficile trovare parole che rendano pienamente giustizia al concerto di ieri sera. Ma se dovessi sceglierne una per descrivere la presenza scenica, il talento e la musicalità della band sarebbe: illuminante. Perdonate il gioco di parole, ma dopo ieri sera credo che il nome The Lumineers renda perfettamente l’idea di quello che questi artisti sono in grado di fare sul palco: accendere una luce dentro ogni spettatore.

Questa luce non la accendono solo per il loro talento indiscutibile e per il modo complementare e caratteristico con cui ognuno di loro si regala al pubblico, ma perché sentirli suonare dal vivo vuol dire assistere al suono di un’unico strumento composto da più corde: ogni artista presente sul palco è una corda che suona all’unisono con le altre.

Per rendere l’idea di ciò che vi sto raccontando, dovete sapere che i The Lumineers non sono la classica band in cui il frontman capta su di sé tutta l’attenzione, accompagnato dal resto del gruppo. Se mai il contrario. La band è un’unica entità: tanti strumenti, tante personalità che si amalgamano alla perfezione dando vita ad uno spettacolo che, senza anche solo uno dei componenti, non avrebbe lo stesso impatto.

Lo show di ieri è stato illuminante perché è stato un trionfo musicale. Ogni membro della band ha dato un contributo essenziale: violino, batteria, pianoforte, fisarmonica, tamburello… tanti strumenti, sei artisti, un’unica luminosa anima.

Chi sono i The Lumineers?

Prima di addentrarci nei momenti salienti della serata di ieri e raccontarvi come i The Lumineers hanno conquistato il cuore di quella che loro stessi hanno definito la loro folla più rumorosa fino ad ora, vogliamo dirvi qualcosa di più su questa band che da oltre 20 anni colleziona successi.

Il gruppo è nato nel lontano 2005, grazie a Wesley Schulz (voce, chitarra), e Jeremiah Fraites (batteria e percussioni), che iniziano a lavorare insieme a New York. Nel 2009 si spostano a Denver, dove incontrano Neyla Pekarek, violoncellista e polistrumentista che dona un importante contributo alla band.

Discografia della band

Nel 2011 esce il primo EP, The Lumineers che offre un assaggio convincente di quello che la band alternative folk è in grado di realizzare. A suggellare il successo del gruppo ci pensano due brani all’interno dello storico EP, “Ho Hey” e “Stubborn Love” che trascinano i The Lumineers ai vertici delle classifiche mondiali. L’album raggiunge la seconda posizione nella Billboard Top 200 e vale due nomination ai Grammy.

Arrivati a questo punto i The Lumineers sanno che hanno una grande responsabilità addosso: quando crei qualcosa di tanto convincente, che arriva così in alto in così poco tempo, continuare a mantenere quegli elevati standard può essere complicato, ma la band non tentenna e nel 2016 viene completato il secondo album: Cleopatra e a seguire III.

Quest’ultimo è un album ancora più complesso e stratificato dei precedenti, mostra un lato nuovo della band e addirittura si addentra nella loro vita privata e familiare, toccando tematiche dolorose come dipendenza e malattie mentali. I brani orbitano attorno al singolo “Gloria” incentrato su un membro della famiglia di Wesley Schultz che ha sofferto di alcolismo.

Gloria, they found you on the floor

Gloria, my hand was tied to yours

Gloria, did you finally see that enough is enough?

Nel 2021 esce Brightside e ci mostra invece il lato luminoso della band. Un’ode all’amore e al romanticismo, con un suono più elettrico rispetto ai tre album precedenti. Questo album sa di amore, speranza e calore. Non a caso ieri sera Wesley Schulz ha scelto di cantare Brightside proprio camminando in mezzo al pubblico, condividendo l’amore di cui cantava insieme ai fan.

A febbraio di quest’anno è uscito Automatic, il quinto album della band, che ha visto la luce in meno di un mese e segue la linee di Brightside.

Stile e processo creativo

Il loro stile è caratterizzato da una profonda conoscenza musicale e la scelta accurata di ogni singolo accordo.

“Scrivo i testi e co-scrivo le canzoni con Jer. Non è mai la stessa cosa con ogni canzone. In generale, coinvolge un pianoforte, una chitarra e forse il canto, e di solito iniziamo con la struttura degli accordi, una serie di accordi, una melodia in particolare, e poi di solito segue il testo. Oppure è una frase che trovi davvero fantastica e poi costruisci la canzone attorno a quella – ha raccontato in passato Schultz – Le tue melodie fanno sì che la gente voglia sentire quello che stai dicendo”.

Lo stile della band ha qualcosa di cinematografico, e ascoltando ogni brano sembra di essere trascinati in una pellicola. Non a caso, i The Lumineers hanno inciso anche colonne sonore per film di successo, come ad esempio “The hanging tree” per Hunger Games.

Attuali membri della band

  • Wesley Schultz – voce solista, chitarra, tastiere (2005-presente)
  • Jeremiah Fraites – batteria, percussioni, tastiere, chitarra, mandolino, campionamenti, cori (2005-presente)
  • Stelth Ulvang – pianoforte, tastiere, fisarmonica, mandolino, chitarra, percussioni, cori (2011-presente)
  • Byron Isaacs – basso, chitarra, cori (2016-presente)
  • Brandon Miller – chitarra, mandolino, percussioni (2016-presente)
  • Lauren Jacobson – archi, pianoforte, voce (2018-presente)

Scaletta e best moments della serata di ieri

La band è salita sul palco sulle note di Same Old Song e da quel momento in poi è stato un crescendo di emozioni.

Il pubblico non aveva bisogno di essere incitato con discorsi motivazionali, ci pensava la presenza scenica di ogni artista, il modo in cui ognuno di loro regalava e viveva nello stesso tempo la musica che suonava, a trascinare le persone.

Gli strumenti si mescolavano alla perfezione ed è come se la voce diventasse un’ultimo strumento, quello finale ma comunque non più importante del suono degli altri. Ogni musicista veniva trascinato dalla melodia che produceva, anche lo stesso Wesley Schulz che, più volte durante la serata, ha accarezzato l’aria ad occhi chiusi come se stesse suonando un pianoforte immaginario.

Scaletta completa del concerto

Same Old Song
Flowers in Your Hair
Classy Girls
Submarines
You’re All I Got
Vienna
(Billy Joel cover)
WHERE WE ARE
Asshole
A.M. RADIO
Ativan
Gloria
Plasticine
Donna
Ho Hey
Angela
Slow It Down
(Wesley & Jeremiah Duet)
BRIGHTSIDE
Sleep on the Floor
Cleopatra
Big Parade
Keys On The Table
Salt and the Sea
Strings
Automatic
Ophelia
Leader of the Landslide
So Long

Better Day
Dead Sea
Stubborn Love

La folla ha amato ogni brano e lo ha accolto con clamore, battendo le mani per accompagnare era band e cantando a squarciagola i brani più celebri come Ho Hey, Ophelia, Sleep on the Floor e Stubborn Love.

Tra lanci di tamburelli, passaggi tra la folla, salti sul palco e verticali improvvisare sul pianoforte, la serata ha regalato emozioni indimenticabili ad un pubblico di ogni età, che si si è scatenato cantando, ballando e saltando come fosse lui stesso sul palco insieme alla band.

Meglio provare dolore che non provare nulla

30 canzoni cantante live sul palco, 20 anni di carriera condensati in due ore, hanno reso il concerto di ieri sera indimenticabile, uno show che ha reso giustizia al percorso della band dal 2005 ad oggi.

Chiudiamo l’articolo con parte del testo di Stubborn Love, brano scelto dalla band per salutare il pubblico, scelta non del tutto casuale. Infatti, il singolo regala un messaggio importante, ci ricorda che a volte è meglio provare dolore piuttosto che non provare nulla e, pensate un po’, lo stesso Obama lo aveva salvato nella sua Playlist personale.

Con lo stesso messaggio vi salutiamo anche noi:

It′s better to feel pain, than nothing at all

The opposite of love’s indifference

So keep your head up, keep your love

Keep your head up, my love

Ringraziamo Alessandra Turchi di Comcerto per averci permesso di assistere dal vivo allo spettacolo e vi invitiamo ad ascoltare i The Lumineers dal vivo almeno una volta nella vita, perché tutti abbiamo bisogno di quella piccola luce, anche se non ne siamo consapevoli finché non ne percepiamo il calore.

 

Live Report a cura di Alessia Barra

Foto di repertorio a cura di Stefanino Benni

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