Tutto esaurito. Già prima dell’inizio si capiva che non sarebbe stata una serata qualunque: il Palasport era una bolgia di fan in attesa, smartphone pronti e occhi puntati sul palco. Quando le luci si sono spente, è bastato un attimo per capire che Salmo aveva deciso di partire col botto — letteralmente.
Una raffica di fuochi, fiamme e luci stroboscopiche ha squarciato il buio, trasformando l’arena in un inferno spettacolare. Poi, con l’ingresso di Salmo tra le urla del pubblico, l’energia è esplosa: la folla saltava, urlava, cantava ogni barra come un mantra collettivo.
Sul palco, Salmo è un animale: si muove con la sicurezza di chi ha pieno controllo della scena, passando da pezzi feroci a momenti più introspettivi senza mai perdere un grammo di intensità. La band lo segue come un motore perfettamente sincronizzato, mentre ogni brano viene accolto come un classico.
Tra cori e mani al cielo, il rapper di Olbia ha regalato uno show che è stato molto più di un concerto: una scarica di pura adrenalina, un rito collettivo in cui musica e pubblico si sono fusi in un’unica, potente onda sonora.
Dopo oltre due ore, quando Salmo ha salutato e le luci si sono riaccese, nessuno sembrava voler andare via. Il Palasport era ancora caldo, saturo di energia e di quella sensazione rara che solo i grandi live sanno lasciare: di aver vissuto qualcosa di vero, potente e irripetibile.
Ringraziamo Allegra Paoloni, tutto lo staff di Goigest ed il Palazzo dello Sport di Roma
Foto e report a cura di Emanuela Vertolli
