Ditelo con un fiore e una chitarra. Sono arrivati i Pulsatilla

Artista: Pulsatilla
Etichetta: Doppio Clic Promotion

Un disco come una tasca del cappotto, una tasca dove si mettono i fiori di campo che raccogli la domenica, giornata dedicata alle passeggiate. Animo bucolico e tentazioni shoegaze, quindi, per il primo Ep omonimo dei Pulsatilla. Un quartetto giovane che arriva da Riccione, dove la movida di Viale Ceccarini si perde dentro un jungle pop moderno e accattivante, preso in prestito da una tradizione estera molto ben articolata (Real Esate su tutti), ma anche capace di destarsi nel bel paese. Il pop non sense degli a torto dimenticati milanesi Fou (procurarsi guanxi ancora la ho in testa dal 2008) che si mescola con i Perturbazione e con una traiettoria pop psichedelica che oggi alza il vessillo di Mac DeMarco. Un Ep, quello dei Pulsatilla, che sospira e tende la mano alla vita quotidiana e agli amori di turno, con un artwork molto interessante realizzato da Fileia (aka Filomena Galvani), che colora di vintage gli umori di sette tracce.
Tutto parte da Euritmia e dal suo accordo che ritorna continuamente, e che ricorda certi graffi di Appino e soci, parlandoci di emigrazione e necessità di imparare. Dream pop di casa nostra con adagi sonori molto delicati, pronti a essere replicati nella malinconia di Adagiato, sempre più legata alle note del bravo Giorgio Poi, con cui i Pulsatilla condividono il racconto psichedelico e una composizione dei testi molto interessante. L’almanacco ritrovato e la volgila di sentirsi interpreti di una musica italiana che spinge oltre la melodia, questo è Pulsatilla. In tempo Stretto si schiudono le schitarrate e si parla d’amore, tra assolati ritmi di guitar e il richiamo degli Amor Fou, mentre in Sconosciuta i quattro si lanciano verso una bella miscela di assetti ordinatati alla narrazione sognante. Sempre guitar oriented, però, anche perché le chitarre dono due e suonano sempre insieme. Prima dell’uscita strumentale (Outro) i Pulsatilla manifestano le loro ansie e la loro frustrazione con Psora, chiudendo il cerchio.

Testo a cura di Andrea Alesse

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