Papa Roach – who do you trust

Data astrale 12 febbraio 2001 al Propaganda di Milano sta suonando una band emergente, che si dice possa diventare una delle migliori della scena nu-metal: I Papa Roach.

Non è la solita recensione malinconica dei tempi che furono, ma semplicemente far capire a chi legge da quanti anni Jacoby Shaddix e soci sono in giro a far apprezzare la loro musica.

L’ultima fatica della band californiana si intitola who do you trust.

Il precedente disco Crooked Teeth, di due anni fa è un disco piacevole che trasmette all’ascoltatore un gruppo, che abbandonata l’etichetta di band nu-metal, cerca di essere al passo dei tempi senza perdere il suo stile.

Con who do you trust la band abbandona le collaborazioni (es. Gravity -feat. Maria Brink degli in this moment), per dedicarsi in pieno alla voce di Jacoby.

Intro alla Linkin Park per The Ending, dove si sentono le solite urla alla Jacoby.  

Questo è un brano che potrebbe richiedere la doppia voce, quella in freestyle rap e quella growl, ma Jacoby fa tutto come al solito.

Sicuramente uno dei brani meglio riusciti del disco che dal vivo potrebbe far scaldare il pubblico alla grande.

C’è sempre nei dischi dei Papa Roach un brano radiofonico e con in questo disco lo è  sicuramente Renegade Music.

Jacoby in versione Zack del Rocha, cerca di tornare indietro nel tempo e devo dire che ci riesce almeno nel ritornello.

Le chitarre acustiche dopo un brano alla RATM non ci sta per niente perchè Jacoby si trasforma in pochi minuti in Justin Bieber, cosa che di certo ai vecchi fans del nu-metal farà di certo storcere il naso.

Who Do You Trust fa tornare i veri Papa Roach, o meglio, quelli degli ultimi dischi con sempre insistente l’elettronica, con ritornelli degni di Top of the pops.

Elevate fa la hola ai Bring me to Horizon in versione rap. 

Con Come Around Jacoby non lo dice apertamente, ma è un brano scritto dai 3 doors down, anche perchè dopo tutto anche i metallari del 2019 si innamorano.

Feel Like Home è un semplice brano dei Nickelback, che non dice nulla e non trasmette nulla.

Problems durante il concerto farà cantare tutti i nuovi fans della band, mentre i più anziani andranno a bersi l’ennesima birra per ricordare i tempi che furono.

Le influenze dal mondo rap continuano per tutto il disco. Jacoby non ha mai negato di ispirarsi a quel mondo, ma qui non riesce a tirare fuori niente che possa definirsi ascoltabile .

Top of the World sembra un brano degli immagine Dragons, con Jocaoby che cerca di inserire un pò di growl, ma senza se e senza ma.

Le chitarre distorte e potenti tornano con I Suffer Well, brano molto energico che di sicuro potrebbe far partire i circle pit in versione live .

La speranza che almeno il disco si possa chiudere ad altri voltaggi è solo un miraggio.

Maniac e Better Than Life non sono una degna conclusione di questo disco.

Un disco veramente mediocre che fa vedere come che nel 2019 i Papa Roach rimangono sulla cresta dell’onda più per il loro passato che per il loro presente e futuro .

 

 

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