MinimAnimalist: Wok è il disco delle interazioni stoner rock

Autori: MinimAnimalist
Album: WOK

Da una parte Davide Bianco, chitarrista minimale, dall’altro Fabio Cazzetta, batteria animale. Sono in due e si fanno chiamare MinimAnimalist. Dopo la gavetta e le aperture illustri (Afterhours ad esempio), eccoli al loro secondo album dal titolo WOK. Uno squarcio bipolare e genuino di stoner rock cantato in italiano come i Difference, a dirty pop duo, ma in alcune parti letale come le avanguardie del desert rock. Un incontro di anime e sonorità, dove il rock e lo stoner, come detto, la fanno da padrone e si rincorrono in marcette lo-fi e riprese di muscolari melodie all’italiana.

Dopo la strumentale Wok, il binomio dei due artisti si costruisce lungo una parodia garage che mescola i Lombroso e le aritmie di un approccio pop che alza le tende delle chitarre del deserto, subito presenti in Ing Giannino. La quotidianità genera canzoni, ed ecco Maglione, brano in cui i MinimAnimalist si cercano a vicenda in una coreografia ballabile e che ama anche le voci dileguate, a contatto con la corposità di un suono che i due sentono cucito apposta sulle loro teste.

Qualche attracco alla Killer Sanchez di Pneuma (Il mercato delle decisioni), e poi le cavalcate di chitarra/batteria senza fronzoli o mezze maniere, magari più tranquille in Hai già vinto o dileguate in Elefante. I MinimAnimalist sono probabilmente fan di Nick Olivieri, ma si nutrono anche di psichedelia anni 70 di tipo italico, mischiata a ruggenti reef in Povero Me e più rock compositiva in Giuda. Un duo all’attacco, pronto a marchiare a fuoco il loro suono in ogni momento con la sua voglia di interagire con suoni di volta in volta diversi, ma sempre attaccati alla mammella dello stoner e delle sue sfaccettature.

Chiude la canzone Come si può, tra melodia e riprese di matrice MinimAnimalist, a cavallo tra storie personali e viaggi nel deserto.

Testo a cura di Andrea Alesse
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