Quale stato d’animo suggerisce oggi l’oroscopo del Teatro?
Capovilla, Favero, Mirai e Valente sono ancora insieme, come nel più classico dei matrimoni: facili, difficili, poi facili, poi di nuovo difficili ma sempre qui, nonostante tutto, nonostante sia passato un decennio dalla loro ultima volta.
Ha senso tutto ciò? I pareri sono decisamente discordanti ma… io sono un romantico e ad ogni reunion mi brillano gli occhi e quella del Teatro degli Orrori non ha fatto eccezione! A prescindere dalle reali motivazioni per cui è arrivata (e per cui arrivano tutte o quasi) non mi interessa fare dello spionaggio, mi interessa ascoltare della musica.
Dopo la data ZERO del 20 a Nonantola per continuare con Firenze, Bologna, Venaria Reale, Padova e Roma, la Band di Capovilla chiude il suo Mai Dire Mai Tour a Milano nei locali dell’Alcatraz. Ho letto e riletto, ascoltato e riascoltato tutto riguardo queste date. Ciò che penso è che la musica (intesa a 360 gradi e non solo come note uscite da uno strumento) del Teatro degli Orrori è sempre maledettamente contemporanea, come lo era quella dei One Dimensional Man; passano 2, 5 o 10 anni, succedono cose, cambiano persone ma quando ascolti un brano del Teatro lo trovi sempre dannatamente attuale e superbamente noir.
Certo, per taluni, non proprio per tutti e nemmeno per chi, in questo momento storico, non ascolta ma tende esclusivamente a guardare… e allora si capisce che forse per i più, anche per quelli presenti, il significato di quello che è una band come il Teatro Degli Orrori è più una sorta di grigio che un vero e proprio noir con buona pace del mio rammarcio.
Credo che la loro visione e versione del rock non dovrebbe assolutamente essere costituita esclusivamente da un Tour ma diffusa, il più possibile e per più tempo possibile, più come un verbo che come musica in sé. Perché dal potere di scrivere frasi come “È colpa mia se siamo diventati indifferenti, più poveri più tristi e meno intelligenti” derivano grandi responsabilità.
Due ore di sofferenza, sudore e atmosfera, un’intesa rinnovata con il pubblico che, soprattutto (e mi sembra scontato) nelle prime file di un Alcatraz decisamente pieno, interagisce facendo sentire il suo calore e la sua gratitudine per aver avuto la possibilità di (ri)vedere dal vivo questa incredibile e controversa band.
Capovilla è in forma come del resto tutta la band e i suoni questa sera aiutano lo show dando il giusto groove che impatta forte sul cuore dell’ascoltatore facendogli sfasare tutti i battiti… è il tempo… che tornerà mietitore e le vittime saranno infinitamente grate quando un nuovo capitolo riaprirà il SIPARIO!
Scaletta:
- Vita mia
- Dio mio
- E lei venne!
- Disinteressati e indifferenti
- Due
- È colpa mia
- Lavorare stanca
- La canzone di Tom
- Direzioni diverse
- Il Terzo Mondo
- Vivere e morire a Treviso
- Majakovskij
- Io cerco te
- Il lungo sonno (Lettera aperta al Partito Democratico)
- Non vedo l’ora
- Compagna Teresa
- Padre Nostro
- A sangue freddo
- Mai dire mai
- Lezione di musica
- Maria Maddalena
Ringraziamo Tatiana Lo Faro di Magellano Concerti e l’Alcatraz di Milano.
Testo e Foto della serata a cura di Luca Iacono