Kamasi Washington al Circolo Magnolia. Jazz e black power fratello

We’re one. Siamo un’unica cosa.

Facile a dirsi, difficile a farsi in un contesto che sembra sociale che sembra troppo spesso compromesso. Ci ha pensato allora Kamasi Washington a rinfrescarci le idee, in un live che ricorderemo come uno die più belli del 2019, in un circolo Magnolia gremito.

La rassegna Music Is My Radar porta il guru dell’avant jazz mondiale ad esibirsi in una serata già ricca di suo, con Ainè e Masego che si  sono esibiti su di un palco che è poi divenuto fuoco, dietro i fiati e la prorompente vitalità della musica del maestro di Los Angeles.

Jazz in salsa west coast e fiducia nel prossimo, perché siamo solo noi a fare la storia, con Kamasi che sale sul palco vestito con la tunica che puoi trovare indosso ai praticanti di un gospel domenicale in Malcom X Boulevard a LA, e che ti porta dritto dentro una specie di revival. Un revival che prende piede dai maestri di una musica eccezionale, e che costruisce una sonorità matura e alla larga dalle mode, in un esibizione che non può prescindere dal collettivo guidato dal nostro. Ecco allora due enormi batterie che nel mezzo dello show dialogheranno in preda ad un estasi mistica fusion jazz, un tastierista indiavolato e una corista dalla voce magica, in un contesto tenuto insieme dalle predicazioni di un guru musicale che usa il sassofono al posto della pistola.

Da tenere d’occhio, dietro di lui il grande contrabbasso suonato da un collega col fazzoletto al collo e la mimetica addosso, in puro stile black panter. Non parliamo di sola musica, ma di concetto, protagonismo storico e speranza, accanto alle note che cavalcano la storia e si accostano spesso al funk, senza barriera alcuna.

Il pubblico risponde alla grande, perché Milano non è Vienna, dove Kamasi ha interrotto poche settimane fa il concerto perché qualcuno aveva insultato e minacciato suo padre. E allora, quando proprio il padre imbraccia il clarinetto e sale sul palco per Street Fighting Mas, ecco che la serata sale ulteriormente di tono. Abbracci e misticità jazz nell’aria, con una coralità devastante quando tre fiati suonano insieme e Kamasi Washington giganteggia senza sosta, con la verve che è uno spaccato di storia e di umanità.

Signori, ieri sera un vero maestro si è palesato a Milano.

Grazie a Radar Concerti.

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