E’ un mercoledì sera di metà ottobre, le luci si abbassano e un’energia rarefatta invade gli spazi della Santeria Toscana 31: è l’ora di un incrocio sonoro che trascende il limite tra suono ed emozione. Sul palco arrivano God Is An Astronaut con la raffinata complicità di Jo Quail, per una serata in cui il post-rock incontra l’eleganza struggente del violoncello elettrico.
Da oltre vent’anni, i God Is An Astronaut tessono paesaggi sonori suggestivi, con esplosioni di melodia che sanno farsi intime e catartiche al contempo. Il loro ultimo album Embers — uscito da poco — riesce a sintetizzare questo dualismo: è allo stesso tempo omaggio al passato e promessa verso il futuro, fragile nel sentimento e potente nel respiro collettivo.
Jo Quail si affianca al trio come voce sussurrata, corpo sonoro capace di stratificare riverberi e gocce di luce sonora. La sua presenza non è mai di mero accompagnamento: è un dialogo continuo, un contrappunto emotivo che arricchisce l’architettura del suono.
Le fotografie provano umilmente a catturare ciò che le parole faticano a descrivere: l’andamento silenzioso di una corda che vibra, il movimento impercettibile sotto la pelle del pubblico, l’abbraccio di un’ombra che si allunga.
Questo live resterà a lungo — nelle luci residue dei riflettori, nel riverbero delle ultime note, nel silenzio al termine dei brani — come un luogo mentale dove la musica vive, continua e trasforma.
Ringraziamo Holly di Hellfire Booking Agency per il graditissimo invito.
Foto report a cura di Ferdinando Bassi
