La Municipal: cartoline di musica e frammenti di vita

Si è esibita ieri al Largo Venue di Roma una delle band più interessanti del periodo indie/it-pop italiano, che ci era effettivamente mancata molto:

La Municipal, duo inizialmente formato da Carmine Tundo e dalla sorella Isabella alla fine del 2013, sono riusciti a cavalcare l’ondata indie e a superarla, atterrando nel presente con un’integrità e una forza ormai rare da trovare.

A dieci anni di distanza dal loro esordio è uscito il nuovo progetto, didascalicamente intitolato Dopo tutto questo tempo, il quinto della loro carriera.

E cosa è successo in tutto questo tempo? Che ne è stato di tutti i personaggi che abitavano i brevi racconti racchiusi nei loro testi e nei loro videoclip, veri cortometraggi in cui il duo non compariva? Ce lo hanno raccontato ieri sera in questo live sorprendente, esplosivo e intimo, davanti a una platea di fedelissimi che hanno cantato ogni brano, anche i più recenti, creando un’atmosfera calorosa e intensa.

La band non ha tradito la sua reputazione di essere tra le più schive sul mercato e ha fatto i tre quarti del concerto quasi completamente al buio. Ad accompagnare la voce tagliente di Carmine Tundo, le chitarre di Roberto Mangialardo, la base ritmica composta da Alberto Manco alla batteria e dalla cantautrice Chiara Turco al basso, e, alla voce e alle tastiere, Gaia Rollo, che ha sostituito Isabella anche in studio.

I racconti di quotidianità dipinti con grande stile dalla penna di Carmine hanno preso vita sul palco in una dimensione ancora più straziante che su disco, condite dalla grinta che l’autore ha sviscerato in questo live. Le sue canzoni sono il diario collettivo di una generazione che ha attraversato cambiamenti cercando di mantenere viva la fiamma dei sogni giovanili. I testi de La Municipal, pieni di poesia e ironia, sono stati l’eco perfetta di queste esperienze, e sul palco si sono trasformati in storie cantate che il pubblico ha vissuto come proprie.

Ad addolcire l’amarezza e la malinconia dei testi, la voce dolce di Gaia, che fa da contrappeso alla drammaticità cruda e a volte spiazzante ma comunque calda e delicata del cantante. Un concerto sussurrato, urlato, sofferto, che ci racconta la vita di provincia e cosa significa crescere, trovarsi trentenni, con le responsabilità che aumentano e quegli spaccati di gioventù come foto appese al muro da riguardare con nostalgia.

La scaletta ha ripercorso il repertorio de La Municipal dagli esordi a oggi, con una parte acustica molto toccante, che ha visto Carmine e Gaia cantare seduti al centro del palco, includendo i brani del nuovo album e tutte le canzoni più iconiche della loro carriera, urlate a squarciagola dal pubblico, cresciuto con loro. E’ stato un percorso tortuoso, con variazioni di tono, di umore e di atmosfera, portate tutte avanti con uguale intensità dal frontman e dai musicisti sul palco, con grande complicità.

Visibilmente più sciolto e a suo agio verso il finale, Carmine ha fatto scegliere al pubblico un brano da eseguire, ha ringraziato con grande sincerità tutti i presenti per il calore con cui hanno accolto l’esibizione e ha dimostrato a tutti di essere pronto a ripartire con un secondo capitolo di quello che è il suo progetto principale. Musicalmente, la performance è stata impeccabile: La Municipàl riesce a bilanciare arrangiamenti raffinati con un’urgenza emotiva che arriva dritta al cuore. Le influenze indie e cantautorali si mescolano a momenti più rock, creando un sound che, pur rimanendo fedele a sé stesso, continua a evolversi e promette un futuro altrettanto interessante.

Bentornati!

Testo e foto di Ginevra Baldassari

Ringraziamo Elisabetta di OTR Live

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