Tra ballad e un indie rock psichedelico King Hannah, band proveniente da Liverpool (Hannah Merrick e Craig Whittle), nonostante i pochi anni di attività riesce a calamitare al Monk un gran numero di persone, a dimostrazione che anche da noi il pubblico sa scegliere cosa ascoltare senza sprofondare negli abissi della monotonia che spesso invece ci viene proposta; in questo specifico caso una tradizione inglese contaminata da un viaggio negli Stati Uniti che ha profondamente inciso nelle atmosfere della loro produzione.
Poiché la serata, in perfetto stile atmosferico britannico, era articolata in un doppio concerto, ecco poi salire sul palco i KVB, con un suono completamente distante dal primo evento, stavolta , peccato, con un pubblico leggermente minore per la presenza.
Ora a farla da padrona è la musica synt con miscele post punk sapientemente gestite nella strumentazione usata da Kat Day e Nicholas Wood, altro duo inglese che, come dichiarato da loro stessi, ha preso spunto per il loro ottavo album “Tremors” anche dalle liriche di Borges, così da unire letteratura e suoni.
Non dimentichiamo infine l’apertura dei due concerti ad opera di Joe Gideon, cantautore, ancora un inglese sul palco, e ancora un mix di influenze, indie, rock e blues, sonorità sapientemente raccolte con l’aiuto del musicista eclettico John J. Presley.
Il nostro ringraziamento a Francesca Conte del Monk. Le fotografie sono di Giulio Paravani.