Vi presento LunchBoxDave, nome nuovo e assolutamente da tener d’occhio di quel mondo rap/trap che continua a sfornare artisti di ottima qualità.
David Munkola (LunchBoxDave) nasce a Roma da madre italiana e padre del RDC (Repubblica Democratica del Congo). Sin da piccolo vive a diretto contatto con l’arte, grazie alla madre scenografa, pittrice e appassionata del mondo della musica, che gli fa conoscere le mille sfaccettature della musica, dal Jazz al Funk, dal Rock al Soul, e viaggia molto per lavoro, così da permettere a Dave di chiamare casa diversi luoghi.
Roma, Sicilia, Inghilterra, sino all’attività di personal trainer per mantenere la sua carriera musicale e contribuire alle spese familiari. Il fitness e lo sport in generale hanno un ruolo fondamentale nella vita di Dave, che lo cita come “Salvavita formativo e motivazionale, che mi ha evitato di percorrere strade poco felici…”.
La svolta arriva quando per puro caso incontra il suo amico (ed attuale Manager) Stefano , che lo introduce a Christian (- BVRGER-, produttore, compositore, beatmaker, songwriter). Il primo EP uscirà nel 2019, ma intanto è fuori il primovideo/singolo Leg Day, pezzo basilare in cui il mondo del fitness e quello del rap si intrecciano. Per chi cammina sulle proprie gambe da una vita intera, girando il mondo tra scuola e arte, il leg day è tutto tranne quella sessione da saltare nella vita di palestra. Per LunchBoxDave assume infatti i contorni di metafora esistenziale: correndo verso il picco, le gambe sono i motori della sua ascesa.
LEG DAY è quindi il primo video ufficiale di LunchBoxDave, fuori per Sony.
Per conoscerlo meglio, gli ho fatto qualche domanda, Eccovi serviti:
1: Un inno motivazionale il tuo Leg Day. Un esordio musicale che mette in mostra i muscoli e la volontà di un rap che mette giù basi e storie personali. Il rap di LunchBoxDave è anche un messaggio di speranza? Un invito serio a camminare sempre a testa alta e sulle proprie gambe?
LunchBoxDave E’ sicuramente un brano motivazionale, per chi lo ascolta ma soprattutto per me stesso. Ho utilizzato questo concept per raccontare al meglio l’impegno e la determinazione che ogni giorno va messa in tutto quello che si fa, focalizzandosi sempre sul proprio obiettivo. E si, c’è tanta speranza, ma soprattutto la convinzione di poter arrivare lontano. Sia nella musica che nella vita in generale. Nel mio piccolo, ho sempre provato a circondarmi di persone in grado di arricchirmi a livello umano, che mi potessero regalare energia. Questo mi ha aiutato sia ad andare avanti ma soprattutto a conoscere me stesso.
2. Ho letto nella tua bio di tanti trascorsi musicali, dal Jazz al Funk, dal Rock al Soul. Mettici insieme una famiglia culturalmente importante, viaggi e tanta arte. LunchBoxDave è un po’ un predestinato?
LunchBoxDave: Più che predestinato mi considero estremamente fortunato. Aver avuto questo tipo di background ha sicuramente agevolato il mio percorso artistico, che non è sempre stato nella musica. Infatti da piccolo stavo in fissa con il disegno e la pittura. Cosa che a modo mio applicavo quando disegnavo personaggi di comics di cui sono tutt’ora ancora molto appassionato. Mia madre cantava, e neanche male, ed usava Stevie Wonder come ninna nanna. Probabilmente è grazie a lei che ho scelto questo percorso.
3. Viste le tue origini, da me invidiate, cosa ne pensi dell’attuale stato di tensione e chiusura qui in Italia? Nel mondo del rap hai mai avvertito qualcosa di simile?
LunchBoxDave E’ una situazione abbastanza particolare. Purtroppo, la chiusura c’è e si sente. Anzi, c’è sempre stata, almeno da quello che è stato il mio percorso fin’ora. Sin da piccolo ricordo di essere stato soggetto di episodi di razzismo, anche nei confronti della mia famiglia. Tante volte è soltanto frutto di una profonda ignoranza ed aridità a livello umano. Tante altre volte è solo cattiveria per il puro piacere di farla. Avendo avuto dei confronti diretti con altri paesi europei, come l’Inghilterra, posso dire che la situazione cambia radicalmente. Sappiamo tutti che in quanto paese colonizzatore, le influenze “straniere” esistono da ormai secoli. Questo ha portato una progressiva integrazione e ”normalizzazione” dello straniero in una società monorazziale. Cosa che si rispecchia anche nella scena musicale. Per fortuna anche qui in Italia si sta, anche se lentamente, andando verso questa direzione, con la differenza che quello che successe altrove (esempio USA, UK, Francia), a livello di battaglie ed integrazione, qua sta a malapena iniziando. Ma è comunque un inizio. Come ad esempio non ci sono molti rapper Neri nella scena italiana, per questo mi piacerebbe moltissimo apportare il mio contributo.
4. Data la tua permanenza in territorio romano, volevo chiederti: hai contatti con la scena rap/ trap della capitale, ormai simbolo e avanguardia in tutta Italia?
LunchBoxDave: Non ho nessun contatto diretto con la scena romana al momento. Mi piacerebbe moltissimo contribuire ad elevare la scena ed il panorama musicale romano ai livelli del nord Italia. Molti degli esponenti del genere, e non, sono su a Milano, così come le etichette importanti. Molte delle persone con cui collaboro, collaborerò o con cui ho collaborato, sono di Milano o ci si stanno trasferendo da Roma. Sarebbe bello invertire la tendenza, mettendo nelle condizioni Roma di poter ospitare e coltivare talenti di tutta Italia, facendola diventare un altro punto di riferimento.
5. LunchBoxDave dopo Leg Day non lo puoi fermare. Cosa ci aspetta dopo il singolo?
LunchBoxDave: Ho altri singoli che non vedo l’ora di mettere fuori, ai quali seguiranno un EP. In ordine di tempo il prossimo step sarà verso Gennaio, con il prossimo singolo. Il live è una di quelle cose che non vedo l’ora di vivermi. Essere di fronte ad un pubblico da sempre quell’adrenalina di cui un artista non può assolutamente fare a meno. E poi non vedo l’ora di portare sul palco i miei pezzi e vedere le reazioni degli spettatori, non c’è niente di più bello. Per un artista avere una connessione diretta con il pubblico, dove puoi sentire quello che loro sentono e viceversa, è qualcosa di unico.
Andrea Alesse