Gente vera e chitarre, intervista ai Cara Calma

Il prossimo 8 marzo esce il loro album Souvenir. I Cara Calma da Brescia sono un gruppo che non le manda a dire, è da Brescia vuole spingere forte in un mare di chitarre e distorsioni per rilasciare endorfine, come nel video di Rodica (loro singolo). 

Per conoscerli, in attesa del loro album e del tour che parte a marzo, ecco che abbiamo sentito Gianluca, Riccardo e Cesare. Tre devoti al culto rock. 

 

1 Un ritorno alle chitarre in un momento di buio pesto e melodie sempre uguali. Una scelta importante quella della vostra band. Parlatecene un po’

Cesare: Più che importante, una scelta quasi obbligata. Gli ascolti sono sicuramente vari tra noi ma il nostro background e le nostre radici vengono dal rock, non avremmo veramente potuto fare altro. Oggi in un panorama quasi prevalentemente occupato da altri generi musicali noi abbiamo scelto di scrivere quello che ci piace facendolo in maniera del tutto naturale, senza badare troppo alle tendenze musicali. Speriamo che questa scelta venga recepita in modo positivo dalle persone, perché in fondo l’unica cosa importante su di un palco è risultare veri al cento per cento; una cosa assolutamente impossibile da ottenere senza credere davvero in quello che si sta suonando.

2 Sulle Punte Per Sembrare Grandi è il vostro album d’esordio. Cosa è rimasto uguale e cosa è cambiato profondamente nel modo di fare musica rispetto al vostro debutto?  

Fabiano: Sulle punte per sembrare grandi è un album a cui siamo estremamente affezionati essendo stata la nostra prima uscita discografica. E’ un disco diretto e grezzo che abbiamo scritto con una forte urgenza espressiva, ed in questo non siamo affatto cambiati.

Quest’ultimo anno ha rappresentato per noi un periodo di forte maturazione artistica, in cui ci siamo concentrati sulle dinamiche di scrittura, cercando di smussarne gli aspetti più spigolosi ma al contempo mantenendo la stessa attitudine ruvida di sempre.

3 il contesto da cui provenite, ovvero Brescia, ha influenzato la vostra musica?

Gianluca: Pur essendoci molto legati ed avendo riscoperto in modo positivo la nostra città negli ultimi anni non possiamo dire che Brescia abbia influenzato particolarmente i contenuti dei nostri pezzi. Siamo però felici di essere nati in una città che negli anni ha visto nascere e crescere progetti forti. Ci vengono subito in mente band come Timoria e Marydolls, siamo molto legati ai ragazzi degli Endrigo, Koba,i giovani Listrea e Avio, senza parlare di tante altre realtà di generi diversi dal nostro che hanno ottenuto grandissimi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. La cosa bella è che Brescia è tutto sommato una città piccola, dove alla fine ci si conosce tutti, si diventa amici e ci si aiuta per fare in modo che la musica continui a vivere e risuonare forte.

4 Immagino che musicalmente l’incontro con Karim (Qqru, Zen Circus) abbia segnato molto il vostro lavoro. E’ così?

Riccardo: L’incontro con Karim è stato sicuramente importante e formativo, anche oltre le nostre aspettative. Per il nostro primo lavoro (sulle punte per sembrare grandi) abbiamo scelto di affidarci a lui perché ci trovavamo a scrivere per la prima volta in italiano e avevamo bisogno di una figura esperta che ci facesse prendere fiducia nei nostri mezzi e nella bontà del progetto. Per quanto riguarda “Souvenir” abbiamo scelto di affidarci nuovamente a lui memori di quanto bene ci avesse fatto lavorare insieme al primo disco, ma anche per un motivo sostanzialmente differente: se all’inizio del nostro percorso come band avevamo bisogno di qualcuno che correggesse le imprecisioni dovute all’inesperienza con la scrittura in italiano, per il nuovo album sentivamo la necessità di trovare una nostra identità musicale, e diventare i “cara calma” a tutti gli effetti. Sotto questo aspetto Karim ci ha dato una grossa mano; oltre ad essere un’enciclopedia musicale vivente ed avere un esperienza tale da saperti indirizzare nel migliore dei modi, è riuscito a tirare fuori tutto ciò che di personale avevamo da esprimere. Abbiamo sviluppato con lui anche un bellissimo rapporto di amicizia e stima, lo sentiamo spesso, ed è diventato un “fratello maggiore” a tutti gli effetti.

5 L’album si basa sull’idea del souvenir. Cosa rappresenta per voi questo oggetto e perché l’esigenza di metterlo al centro del disco?

Riccardo: Souvenir è una parola francese il cui significato letterale è “ricordo”. Abbiamo voluto imprimere fisicamente questo momento felice e delle nostre vite nei dieci pezzi di questo album, in cui ci sono dentro tutte le esperienze, tutti gli incontri, tutte le sensazioni provate in quest’ultimo anno (primo anno di vita per il progetto).

Vediamo questo disco come una lettera inviata a noi stessi che tra 5, 10, 20 anni rappresenterà per noi un souvenir a tutti gli effetti, un ricordo a cui potersi aggrappare, una fotografia che ci ricordi com’eravamo e com’era per noi.

6 Domandone finale classico: quali sono, nell’immediato e a lungo raggio, i vostri progetti futuri? Ci sono tour live in programma?

Cesare: Assolutamente si! Il tour sta per iniziare, ci terrà impegnati da marzo a settembre, con qualche piccola pausa qua e là. L’otto marzo esce il nostro nuovo lavoro: “Souvenir” e noi non vediamo l’ora di portarlo sui palchi.

 

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