Dopo 4 anni di attesa i Cradle Of Filth escono finalmente con un nuovo lavoro in studio, il quattordicesimo, il primo su Napalm Records.
Abbiamo già assaggiato dal vivo in anteprima al Live Club di Trezzo lo scorso novembre “Malignant Perfection”, unica track e primo singolo uscito del nuovo lavoro della band inglese e non vedevamo l’ora di ascoltare l’intero disco.
Lune piene, vampiri e inquietudine susseguiti da elementi smorzanti a volte kitsch (da ultimissimo vedasi nostra sorella nel video di “To Live Deliciously”) non sono certo mai mancati se andiamo a rovistare nella cassapanca dei Cradle Of Filth, ma l’introduzione a questo nuovo album da parte dello storico Frontman Dani Filth, parlando in primis di celebrazione della VITA, aveva spiazzato non di poco l’intera fanbase; ma d’altronde cosa puoi NON aspettarti da chi ha fatto un connubio tra blast beat e chitarre acustiche…
Ma partiamo dall’inizio, perché tutto ha un senso e a tutto c’è una spiegazione: SBAM!! Nessuna track-intro, nessun prologo ad anticipare e decantare quello che ci aspetta… giusto qualche tuono e due canti, roba di una trentina di secondi prima che “To Live Deliciously”, secondo singolo uscito quest’anno, con una bordata di riffs alla velocità della luce accompagnati dalla doppia cassa di Marthus spalanchi le porte del tempio del suono, perfettamente gestito dall’inizio alla fine da Scott Atkins.
Al quarto pezzo arriva la pausa caffè al cimitero con la ballad “Non Omnis Moriar” e anche qui a questo senso di pausa c’è una spiegazione e cioè la track successiva… “White Hellebore” infatti parte con il preciso intento di spettinare l’intera contea di Suffolk, trasudando più di un qualcosa di Cryptoriana memoria (leggi “Achingly Beautiful”). Forse il pezzo più vario di tutto l’album tra cambi di tempo ferocissimi e un’alternanza vocale azzeccatissima in cui la splendida ugola di Zoe trova il suo livello più alto fino a ritrovare il primo singolo uscito a ottobre, “Malignant Perfection”, un gran mix tra i vecchi Cradle Of Filth e i nuovi.
Nell’oscuro i Cradle Of Filth ci sguazzano dal momento in cui sono venuti ad esistere e in questo album, nonostante le premesse, di oscuro ce n’è in quantità… “Ex Sanguine Draculae” e “When Misery Was A Stranger” ne sono due esempi catalizzatori.
Ecco che in un attimo (si, perché l’ascolto di questo nuovo album è letteralmente VOLATO) è già tempo per delle considerazioni; è inutile continuare ad acclamare e rimpiangere Dusk, Midian & Co (parole, tra l’altro, provenienti dalle stesse persone che vaneggiavano su come, con Midian, i Cradle si fossero troppo ammorbiditi) … altri tempi e soprattutto altri Cradle Of Filth. Esatto, confermo, ALTRI! Perché i nuovi, e parliamo della svolta dal 2015 con “Hammer Of The Witches”, hanno un’idea ben definita del percorso che intendono continuare ad intraprendere e non è certo una collaborazione con Ed Sheeran (brano alla fine non incluso nell’album anche se quel connubio iniziale non riesce ad uscirci dal cervello) che porterà i Cradle Of Filth a diventare ciò che non hanno (mai avuto) intenzione di diventare.
OK, sono piacioni? Si, a loro modo intendiamoci, sono diventati decisamente sempre più piacioni, ma se possiamo per un attimo trascendere tutto ciò che di nonsense ha la mente di Dani Filth, ci ritroviamo con una trasformazione sempre più attuale di un Black Metal che deve necessariamente trovare aria nuova, non potendo restare ancorato ai canoni dei 90’s. Ai nostalgici non va giù? Comprensibile, nulla di più, tant’è che saranno stati sempre loro a partorire le 101 regole del Black Metal dove ai numeri 14, 16, 30, e 73 si recita: “Ricordati di non essere Dani Filth” … vi piacerebbe eh?
Rispetto ai precedenti, in ogni caso, questo nuovo lavoro sicuramente vede un suono e una produzione confezionati ancora meglio (se fosse possibile!) e l’abbandono della struttura come concept, ma dal punto di vista compositivo non possiamo che apprezzare la loro abilità infinita nonché la loro coerenza stilistica (sempre in riferimento ai nuovi Cradle Of Filth).
Probabilmente nessuno griderà al miracolo né tantomeno ad un album innovativo sotto certi aspetti ma i Cradle Of Filth ci sono e il Luppolo in Rock li attende con ansia il prossimo 20 luglio sul suo palco come Headliners di una giornata che si preannuncia TOTALE.
Bentornati nella fantastica parabola discendente dei Cradle Of Filth!
Testo a cura di Luca Iacono