Gli Offlaga Disco Pax ritornano alle origini

Sul palco del Monk a Roma una delle date degli Offlaga Disco Pax.

La vita di provincia è come uno scrigno nascosto, colmo di storie preziose che spesso restano nell’ombra, ma che meritano di essere raccontate. Ogni angolo di questi piccoli mondi custodisce esistenze vissute intensamente, emozioni autentiche, legami profondi. Raccontarla attraverso le pagine di un libro significa darle voce, celebrarne la bellezza e conservarne la memoria: quella di una realtà all’apparenza ordinaria, ma straordinaria nel suo essere quotidiana.

Ma cosa succederebbe se, invece di scriverle, tre amici potessero trasformare quelle storie in musica? Se, grazie a un concorso, avessero la possibilità di farne un disco?

Immaginatevi nel cuore della pianura padana, in un paese con una forte identità politica, tra cortili polverosi e strade dove ha preso forma un’infanzia forgiata da Space Invaders, Enrico Berlinguer, Tele Capodistria, il toblerone, la Prinz e Alberto Juantorena. Un mondo fatto di cassette, motorini, radio libere e pomeriggi infiniti. È lì che nascono nove tracce: idee essenziali, istintive, costruite con pochi strumenti – un sintetizzatore, una drum machine, una chitarra e un basso – ma capaci di diventare un manifesto generazionale.

Nasce così Socialismo Tascabile, il disco d’esordio degli Offlaga Disco Pax. Tre giovani emiliani che, con quella raccolta di suoni e parole, daranno voce a un immaginario collettivo e inizieranno un lungo tour in giro per l’Italia, durato quasi un anno.

Oggi, a venticinque anni di distanza, quella storia torna a vivere. Max Collini e Daniele Carretti riportano in scena quel vinile, anche per rendere omaggio a Enrico Fontanelli, il terzo membro del gruppo, scomparso prematuramente nel 2004. Ne è nato un tour sorprendente, attesissimo, per cui trovare un biglietto è ormai diventato un piccolo miracolo. A sostituire il compianto Enrico un emozionato Mattia Ferrarini.

Noi siamo stati alla prima data romana in un Monk riempito all’inverosimile, e grazie per questo a Cristiana Francioso e tutta Big Time, Francesca Conte e tutto lo staff del Monk. Anche stavolta a fotografare per noi Giulio Paravani.

 

 

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