Gli Editors incantano il Paladozza di Bologna

Oggi gli Editors sono una delle realtà più acclamate nel rigoglioso panorama britannico, e buona parte del loro successo si deve certamente a Tom Smith che si conferma leader carismatico capace di mutare registro vocale in ogni singolo pezzo e di ammaliare il pubblico con uno stile unico.
Con oltre 2 milioni di dischi venduti nel mondo, la band non è disposta ad adagiarsi e continua a vagliare nuove vie.
Il nuovissimo album “Violence” pubblicato il 9 marzo 2018, anticipato dalla strepitosa “Magazine” e dal bellissimo singolo ‘Hallelujah (So Low)’, è stato fortemente acclamato dalla critica internazionale ed ha raggiunto le vette delle classifiche in Olanda e Belgio.

Ad aprire il concerto Andy Burrows e la sua band.

L’ex batterista dei We Are Scientists suona un rock classico senza strafare.

Da notare quando fa salire sul palco Tom Smith per un duetto inaspettato, ma forse anche no, visto che i due hanno già collaborato insieme nel progetto Smith & Burrows.

E’ora di fare sul serio ed ecco salire sul palco Tom Smith e soci.

Gli editors amano l’Italia visto che con questa è la terza data che fanno nel giro di pochi mesi.

Dopo Milano, Torino ecco Bologna al Paladozza.

La band conosce molto bene questo palazzetto visto che ci ha già suonato esattamente 3 anni fa.

Ora mai Violence non ha più bisogno di presentazioni, nonostante sia uscito all’inizio dell’anno, ed è giusto quindi lasciare spazio anche a brani meno recenti come The Boxer  .

La voce di Tom Smith in Sugar è magnetica accompagnata dalla ora mai presenza scenica fenomenale,

Presa la chitarra Tom ci fa entrare nel mondo di Violence con il loro ultimo singolo Hallelujah (So Low).

La ritmica di questo brano è bellissima che si mischia perfettamente ai campionamenti e alle luci accecanti che illuminano tutto il pubblico che canta con la band.

An End Has a Start è stato uno dei loro primi successi fatti di rock ed elettronica .

Con questo concerto però noto che la band ha scelto più chitarre che campionamenti rinunciando a suoni più new wave per il rock più intenso.

Chitarre che si sentono alla perfezione in Fingers in the Factories che anticipa Darkness at the Door che forse è il brano forse più elettronico di Violence con un ritornello molto orecchiabile e quasi pop.

L’intro di pianoforte di Salvation fa venire i brividi a tutto il pubblico.

In Dreams secondo il mio parere è un disco meraviglioso, cupo ed intenso che ha confermato la piena maturità artistica di questa band.

In alto i cellulari per la title track del disco che ridà le chitarre alla band e suoni spaventosi che riecheggiano in tutto il palazzetto.

Con No Harm la voce di Tom Smith spegne letteralmente tutti gli altri strumenti .

E’ ora di a Ton of Love . 

Siamo nell’Inghilterra degli anni 80 quando gruppi come gli Smith portano la new wave e il rock britannico in tutto il Mondo, ed invece siamo nel 2018 dove una delle migliori in circolazione continua a scalare quella montagna che ben presto li porterà nell’olimpo della musica.

Nothingness apre l’ultima parte del concerto con la consueto sconvolgimento di Ocean of Night .

Anche in questo brano la ritmica ha una parte molto importante che ti entra dentro che ti fa ballare per tutta la durata del brano.

La super Hit Papillon e Magazine, il loro primo singolo di Violence, chiudono il concerto .

Gli encore li apre Tom Smith con la versione acustica di The Weight .

Cold apre il loro ultimo disco, ma che in questo caso la band ha deciso di metterlo come encore .

Questa scelta è perfetta perchè riattiva il pubblico prima delle ultime cartucce che la band ha in mente di sparare.

The Racing Rats, ma soprattutto Munich riaprono praticamente una seconda parte del concerto .

Le chitarre finalmente….. le chitarre sono tornate a suonare .

Smokers Outside the Hospital Doors chiude questo meraviglioso concerto .

Al primo ascolto di Violence ero rimasto un po’ scettico, ma dopo diversi ascolti mi sono detto : ok in dreams è molto bello, ma con questo disco la band ha recuperato le sonorità del passato e questo concerto lo ha dimostrato .

Piccola nota finale .

Se avessero fatto No Sound but the Wind probabilmente sarebbe diventato a mani basse il concerto dell’anno.

SETLIST:

The Boxer

Sugar

Hallelujah (So Low)

All Sparks

An End Has a Start

Fingers in the Factories

Darkness at the Door

Salvation

Violence

No Harm

Bullets

A Ton of Love

Formaldehyde

Nothing

Nothingness

Ocean of Night

Blood

Papillon

Magazine

Encore:
The Weight (Acoustic)

Cold

The Racing Rats

Munich

Smokers Outside the Hospital Doors

Un ringraziamento particolare a DNA concerti per il gentile invito

Foto e testo di Carlo Vergani

Editors

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Andy Burrows

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