Una serata con Giorgio Poi, cantante dei nostri giorni

Enigmatico e profondo, attendevamo Giorgio Poi per stappare insieme le bottiglie di acqua minerale e cantare insieme le sue pillole di quotidianità, stingendo tra le mani le colorate magliette serigrafate da Legno e portate in tour dalle fatiche della crew di Bomba Dischi. Tutti assiepati al Serraglio allora, club milanese che apre le porte ad una serata ad alta densità di pop psichedelico italiano, con protagonista il nuovo talento delle note di Fa niente, disco primo in solitudine del signor Poi.

Apre le danze il torinese Liede, giovanotto di belle intenzioni synth pop, pupillo dei padroni di casa Costello’s, etichetta musicale ma anche solida realtà organizzativa di serate live nelle zone del milanese, basti pensare che all’indomani di questa serata i Costello’s hanno condotto le musiche anche per le liriche di Any Other (e porteranno sempre al Serraglio i Cosmetic per un’altra grande serata l’11 marzo prossimo). Liede scalda i motori inanellando le liturgie poppeggianti di Stare bravi, disco che dimostra di essere conosciuto dal ritorno di voce dimostrato durante lo show (Sono Sommerso su tutte). Dopo molti apprezzamenti sulla carta stampata, Liede mostra i muscoli sintetici con voglia e pulizia, cercando la via maestra anche nel duetto con Verano, artista che si porta sul palco per cantare Però quasi, una canzone d’amore che riconcilia il nostro col passato (è stata scritta da Freak Antoni) e gli dà coraggio per le prossime scorribande.

Giorgio Poi si materializza subito dopo la festa, con addosso la sua felpa di ordinanza e con in braccio la chitarra che suona accompagnata da batteria e basso. Giorgio è un personaggio concreto, progenitore di una performance solida e mai dileguata in inutili protagonismi e deliri di spoken word alla Kozelek o giù di lì. Le sue sono canzoni che cantano di baci e acqua minerale, tubature e gite al mare, con una presa diretta che non scende mai nella banalità. Un’aggressività compassata, per un autore che ha fatto sue le precedenti serate coi Vadoinmessico, e che ora allieta un Serraglio gremito che muove i passi sotto i colpi degli arrangiamenti alla Marc DeMarco. Con L’Abbronzatura Giorgio Poi atterra da subito i presenti dimostrandosi quadrato e nostalgico di un sound italiano sognante che ricorda il Battisti più psichedelico, con finale che porta in auge le schitarrate. Tutte i brani dell’album si susseguono secondo il preciso ordine mentale del cantante girovago, sempre attaccato al bel paese con code musicali che attentano alla leggerezza di questo (Niente di strano). Dalla partecipazione del pubblico, tra cui si aggira il divertito spilungone Erlend Oye (metà dei Kings of Covenience ora trasferitosi a Siracusa), è ormai chiara la posizione di Giorgio ha assunto nel panorama indie, con quella sua medietà comunicativa che accompagna la voce metallica e gli effetti di ritorno, pensierosi e magici nella falsa tranquillità di canzoni come Paracadute. In Tubature scoppiano i cori, prima delle due cover finali che lo riappacificano con Lucio Dalla e la tradizione italiana, riletta con scarpe da ginnastica e suggestioni clamorosamente reali che, ora lo posso dire, Giorgio Poi regala anche dal vivo.
Grazie a Bomba Dischi e Costello’s per l’ospitalità.
Andrea Alesse

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