Canzoni dal crepuscolo: Fumo e le sue 5 tracce di Sogni

Autori: Fumo
EP: Sogni
Label: Bulbart

Nicola Fumo è Fumo, un crepuscolare e intimo cantautore che aveva scelto la via dell’anonimato, ma che grazie alla label Bulbart arriva a catalizzare su di sé le sue attenzioni. Chitarra acustica alla Bonnie Princy Billy e sguardo da un Angelo Sava privo della sua elettricità, Fumo è eleganza e sguardo sulla vita di tipo malinconico già dalla prima delle sue prime cinque tracce, denominata Viale Case Sante. Un racconto in fingerpicking che dal timbro della voce ci riporta al vero Vasco Brondi e alle sue prime luci, ancora sensibili e intrise della tristezza umana di uno storytelling che ha smarrito la strada.

Cantato in italiano, tocco acustico sopraffino e folk apocalittico, Fumo connota la sua veracità in direzione opposta alla veracità e alla simpatia dei suoi conterranei, scegliendo invece la Napoli sotterranea e leopardiana. Le sue ballate parlano di ombre che si muovono, evocando il bellissimo artwork di Andrea Cerbone e la copertina che sbiadisce come in un lavoro del writer Eron. In Sensazioni, seconda traccia di Sogni, Fumo ci ricorda il maestro Kozelek, ina storia di amori sbiaditi e anni che passano, vestiti mai indossati e arpeggi che si rincorrono con parsimonia, senza effetti elettro o altre diavolerie. Echi baritonali e fantasmi di persone sono invece il fulcro di Appuntamenti, una terza canzone in cui le corde vocali sconnesse si perdono anche tra proverbi locali e un ritmo che si spegne su sé stesso, tra picchi di insonnia e canzoni impotenti.

Fumo è così anche un artista magnetico, che vuole essere personale e non imitare alcun altra forma cantautorale, aggiungendo in Estranei dei dolci cinguettii e un armonica viaggiante che si fa critica della schiavitù da pixel, invocando quel silenzio da digital detox di cui ha bisogno un riflessivo pensatore come lui. Chiude il breve lavoro di Fumo, in attesa di un album e di appuntamenti live, la titletrack Sogni, traccia sempre malinconia e tutta da ascoltare di cui non vi anticipo nulla, in attesa che lo cerchiate voi stessi.

Testi a cura di Andrea Alesse
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