dellacasa maldive, la recensione di “amore italiano”

dellacasa maldive

amore italiano

La Valigetta Dischi

 

Tutto ha avuto inizio con un incontro e da una frase: sei mai stato alle Maldive?

È la storia di “amore italiano”, progetto di Riccardo, Edoardo, Dario e Davide, ispirato da suoni non italiani e rintracciabili lungo un asse che parte dall’Oceano indiano e arriva sino ai club di NYC e Manchester. Synth pop psichedelico e fresco, che farà coppia col nuovo album di Marc Demarco  o con la nuova colonna sonora della prossima estate alternative. Mixato e co-prodotto da Marco Fasolo dei Jennifer Jentle, dentro questo disco c’è tutta l’ispirazione anni ’80, con un pizzico di psichedelia costruttiva alla Giorgio Poi e tanto personale amore per racconti lontani.

Giovani sono giovani, i dellacasa maldive, e partono da un basso magnetico molto eighties in adeguamento lento, con un bagaglio di sexy retrò gusto pop da leccarsi i baffi. Un sapore alla cinnamon in salsa vintage che si cela dietro furgoni vecchio stampo e sprazzi della Sabrina Salerno nazionale (guarda anche la copertina che ricorda il fantastico mondo di Drive In), rivisitati in chiave psycho con vocoder.

Segue un ritmo che si scioglie in tratti di melodia amorosa e riverberi vecchio stampo in lacoste, dritto verso la hit la corsa, canzone che ci riporta nel boom economico e nei suoi risvolti, in sella ad un vecchio motorino ciao e con in testa un motivetto gustoso e nostalgico. Si sente l’influenza degli Wemen, di cui Riccardo, frontman ha fatto parte, ma si sentono anche gli effetti di tratti anche moderni, pronti a schizzare in confettura con ironia e rima baciata alla Alberto Camerini style.

Un disco per combattere in anticipo l’arsura estiva, con polvere di stelle e piume di struzzo al posto della brillantina e del costume, per ricordarci che c’è anche un sole d’autunno, tra i sintetizzatori e la psichedelia.

 

 

Andrea Alesse

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