DANSO KEY, la recensione di “Lava”

DANSO KEY

LAVA

UNRECORDS

 

Un trio di tre combattive donne che utilizza riverberi noise e dialettica rock anni ’90. Ecco “Lava”, disco che esce oggi 11 gennaio sull’asse Roma/Berlino, e che vede spiegare le sue ali tra una dimensione onirica di costrutti rock articolati tra chitarra/basso, violoncello elettrico e percussioni.

Le Danso Key producono quindi un disco pieno di intenzioni rumorose, con amore per le Sleater Kinney e l’anima di Kim Gordon, facendosi apprezzare per continuità e piglio costruttivo. Queerforward al di là delle differenze di genere, che parlano con linguaggi rock che utilizzano l’inglese e il francese, come nella poesia rock di Je Me repose, dove le distorsioni incontrano il mellotron. Molta nostalgia ma anche classe (la traccia  Sciage su tutte), in un trio che utilizza linee di basso cupe e tratti melodici di guitar, mettendo in mostra la mercificazione in Beauty Contest, pezzo da pagare della bellezza femminile al mercato umano della modernità assassina.

Ritmi che ricordano a tratti anche gli Slint, e si mischiano con accenni di nervosismi, verso la traccia finale, Soif, che utilizza spoken word filosofici e strumentazione che fa da ambiente corrosivo al linguaggio piacevole e deciso di un francese letterario utilizzato dalle Danso key come arma.

A la guerre, dunque con le nostre Danso key e il loro noise.

 

 

Andrea Alesse

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