Barack, delicatezza e grazia in musica di un uomo gentile

Barack
Prismopaco Record
Costello’s

Lo apri come una confezione di caramelle che stavi aspettando da quando si piccolo. Lose the map find your soul è il primo vero e proprio full lenght di Barack. Tra fingerpiching alla Joost Dijkema e sacralità alla Ben Seretan, il debutto di questo artista aiuta a mantenere costante l’apprezzamento per una nuova creatura gentile e dalle sonorità ricercate.
Barack è comunque un predestinato e fortunato seguace della musica, con quella sua provenienza transalpina che sin da subito (Elixir)gli da credibilità e grazia alla Ulan Bator. Una chitarra basta e avanza per tutte le dieci tracce del disco, dipinto di un tocco di folk che lo induce a osare anche con parole nella lingua francese che spesso incrociano il cantato inglese di cui si fa padrone. Talvolta (sentite la bella Fooled) si imbraccia la strada dei Beirut, talvolta si vola sotto respiri autunnali malinconici, sempre attenti alla tensione e all’atmosfera. Sembra spesso di essere in un dipinto, un dipinto che Barack fa suo nel bel gesto di Victory, canzone lancio che ricorda Give Vent e certi episodi di amore puro in sacri cuori di emotional rockers.
I ritmi possono anche alzarsi (Breathe lo dimostra), senza che Barck perda lustro e credibilità, mettendo in mostra adeguate corde vocali e voglia di stupire. Quel che resta dopo Lose the map find your soul, trascritta anche nella sua titletrack, è la voglia di perdersi e incontrare la nostra anima, scoprendo un debuttante intelligente e benaugurante come Barack.
Seguitelo su www.barackmusic.com, vi si aprirà il suo mondo, dove anche Lies si apre come una parallela folk alla vostra vita, in cui Barck canta anche le vostre storie.
Andrea Alesse

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