Il debutto degli Artura con Drone: un disco fuori da ogni etichetta

Autori: Artura
Album: Drone
Label: New Modern Label

Non sempre è facile trovare un’etichetta per definire ogni genere musicale e questo debutto degli Artura sembra smentire ogni categorizzazione, non appena ne troviamo una, muovendosi su generi e stili apparentemente distanti, tenuti insieme però da un’idea e un’attitudine comune. Però ci sono alcuni punti fermi nella musica del trio di Udine, ovvero la scelta di proporre una musica interamente strumentale e l’utilizzo dello Space Echo, classico strumento della Roland, ovvero un echo a nastro vintage ed analogico attraverso cui sono stati processati tutti i suoni del disco. L’utilizzo di questo effetto porta immediatamente alla mente il dub così come la psichedelia, ma sono tutti spunti e Drone contiene anche altro.

Al post-rock dell’iniziale Estranei seguono incursioni in ambito elettronico, tra le sonorità di etichette come Warp e gli Air più sperimentali, o ancora l’incedere quasi Krautrock di Mona con cambi ritmici continui che rimandano anche al progressive dei King Crimson.
La band è formata da musicisti che non sono certo nuovi, in primo piano i ritmi, sia suonati sia programmati, di Matteo Dainese, musicista e produttore eclettico di cui ricordiamo negli ultimi anni gli album pubblicati come Il Cane, con il suo pop futurista e visionario, pubblicato anche su La Tempesta o ancora Il Mercato Nero, in compagnia di Egle Sommacal e Manuel Fabbro, Zeman e molti altri progetti. In questo disco a nome Artura si possono trovare delle similitudini con quanto pubblicato come Il Cane, nonostante ci troviamo in un genere diverso e ancora più distante dalle sonorità degli Ulan Bator di cui è stato batterista dal 1999 al 2005.
Viene invece dal mondo dell’industrial e della sperimentazione più estrema Cristiano Deison, che negli anni novanta era al fianco di Theo Teardo nei Meathead (e, in quel caso, alla batteria c’era proprio Matteo Dainese), e poi ha proseguito una sua carriera verso direzioni più sperimentali, con dischi in compagnia di KK Null, Scanner, Thurston Moore e diversi altri. Deison si occupa qui di suoni, rumori ed effetti e completa la formazione degli Artura, Tommaso Casasola, al basso, con la sua visione quasi funk, ma sempre rigorosa e sperimentale e una lunga serie di ospiti che impreziosiscono con i loro interventi ogni singolo brano. “Drone” è un disco da scoprire, vivo e pulsante, persino più accessibile di quello che il titolo vorrebbe fare presagire.

Artura – Estranei:

Testo a cura di Pietro Graziano

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