Ieri sera gli All Them Witches hanno regalato al pubblico dell’Alcatraz uno show da ricordare. Ecco i migliori momenti
Lo spettacolo di ieri sera è stato un mix di rock psichedelico, garage rock e folk.
Tutto ha avuto inizio con la band d’apertura dello show: gli Elder, gruppo originario del Massachusetts, attivo dal 2006. Il quartetto è salito sul palco regalando al pubblico brani prevalentemente instrumental dal sapore “heavy psych” ovvero un mix tra rock psichedelico classico, heavy/doom metal, grunge e indie rock. A caratterizzare la band sono brani quasi esclusivamente strumentali piuttosto lunghi, circa 10 minuti a singolo. Possiamo dire che gli Elder abbiano creato il clima perfetto per accogliere i veri protagonisti della serata: gli All Them Witches.
All Them Witches: dal Tennessee all’Alcatraz di Milano
Gli All Them Witches sono saliti sul palco ieri sera acclamati con entusiasmo da un’Alcatraz gremito di fan di diverse fasce di età.
La loro disposizione sul palco non è stata casuale e dice molto su di loro: tutti e quattro erano posti quasi sulla stessa linea, come a voler sottolineare: “Ehi, qui non c’è nessun frontman.” Questo messaggio è chiarito non solo dalla disposizione sul palco ma anche dalla loro musica. Infatti, a impattare sul pubblico non sono ritornelli né tantomeno le parole, ma quasi esclusivamente un instrumental che non si ferma nemmeno per un secondo durante tutta la serata: chitatarra, basso, batteria, violino, tastiera si susseguono in un flusso unico di musica, per dare vita a trame musicali sofisticate e complesse, degne di grandi band del passato come i Dire Straits e i Black Sabbath.
Anche in questo caso la musica regna sovrana sulle parole, un po’ come già visto con gli Elder, e anche la durata dei brani è simile: la musica non viene condensata ma estesa il più possibile fintanto che gli strumenti hanno qualcosa da comunicare. La maestria dei quattro componenti della band crea una spettacolo unico: ogni strumento sembra letteralmente cantare, nota dopo nota.


photo credit: Ash Settantuno per True Metal
Questo defluire senza interruzioni dei brani – intervallato solo da qualche assolo di batteria e violino, o da qualche “ciao Milano, tutto bene?”- è stato un omaggio alla musica senza artefatti o scenografie, qualcosa a cui oggi si è poco abituati ma che ricorda quanto uno strumento sapientemente suonato possa intrattenere e regalare spettacolo tanto quando fumo, fiamme ed effetti speciali.
A comporre la band troviamo:
- Charles Michael Parks Jr. – basso, voce
- Ben McLeod – chitarra, voce
- Christian Powers – batteria
- Allan Van Cleave – pianoforte, tastiere, violino
Qualcosa in più sulla band: nascita, stile e processo creativo
Gli All Them Witches sono un gruppo rock statunitense nato a Nashville in Tennessee nel 2012. L’ispirazione per il nome deriva da un libro di stregoneria intitolato appunto: All of Them Witches.
La band unisce diversi stili: dal garage rock al blues, dallo stoner rock – a tratti psichedelico – al folk, questo grazie al fatto che la maggior parte dei membri della brand sono polistrumentisti, elemento chiave per poter spaziare da diversi generi anche distanti tra loro, ma che insieme sembrano funzionare molto bene.
Ben McLeod – voce, paroliere e chitarra della band – in un’intervista di alcuni anni fa ha parlato di come prende vita la loro musica: ognuno da un contributo libero alla canzone e poi si unisce tutto, lasciando libera creatività ai singoli membri della band di potersi esprimere con il proprio strumento, per poi amalgamare il tutto:
“Circa metà dei pezzi sono nati da jam session, poi li abbiamo riascoltati e ci abbiamo aggiunto le voci sopra. Mi sembra che noi quattro siamo arrivati alla stessa conclusione: trovare un groove profondo insieme è molto più figo che fare assoli a turno e cercare di superarsi a vicenda per tutto il tempo. Cioè, chi se ne frega. Veniamo da Nashville, dove praticamente tutti sanno suonare da paura e/o sono artisti solisti o qualcosa del genere. È una cosa che stanca. Suona in una band. Sii un quarto di qualcosa che, insieme, forma un tutto.“
E un po’ ce li immaginiamo così: radunati da qualche parte in mezzo al nulla, con qualche birra a strimpellare assoli da cucire insieme per dare vita a canzoni che mettano in luce la capacità di ognuno di loro senza far venire meno l’identità della band.
Ringraziamo Jacopo Casati e a tutto il team di MC2 Live per averci permesso di essere presenti allo show.
Articolo a cura di Alessia Barra
Foto per concessione di True Metal cura di: Luca Iacono
