Torino è la mia città: TOdays giorno primo

Tre giorni di emozioni, tre giorni di impegno e creatività sotto la Mole e negli spazi dello Spazio 211 e dell’Incet.

Per descrivere l’ebrezza del TOdays 2019 devi esserci, e devi prendere il prestito la frase di un gruppo hc storico del luogo come i Woptime: “Torino è la mia città”. 

Il TOdays come senso di appartenenza, dunque, ma anche come segno di apertura, un’apertura culturale ad un mondo musicale quest’anno sempre più internazionale. Venerdì 23 agosto hanno preso il via le danze con una line-up che allo Spazio 211 ha visto esibirsi artisti eleganti e eterni maestri dell’underground, ma anche storici gruppi musicali.

Bob Mould, Deerhunter, Spiritualized e Ride, ossia quattro prelibatezze sparse in un giorno che significa tante emozioni, per gli spettatori e per chi dietro le quinte e organizza questa festa.

Dopo aver presenziato, ho quindi raccolto, in ordine sparso e senza alcun ordine di classifica, alcuni momenti del primo giorno del festival. Eccovi serviti:

– il fruscio delle chitarre. Si torna a suonare, che sia psichedelia o che sia uno shoegaze eighties, e tornano le chitarre e i suoi virgulti. Una indole positiva che raggiunge le membra del pubblico ed echeggia sino a Superga e oltre con spirito lisergico e calmante;

– la forza del singolo. Bob Mould è il primo ad esibirsi, tra le maglie targate Husker Du che tiri fuori dall’armadio. Un sopravvissuto, un uomo solo con una chitarra al vetriolo e i ricordi dei Sugar. Chitarra e voce, durezza e sensualità melodica in un unico e infinito gesto d’amore verso i suoi fan, l’ennesimo;

– la forza del collettivo. Parlo di Spiritualized e Deerhunter, con i primi guidati da Jason Pierce pronti a ricucire la storia con la psichedelia suggestiva dell’Inghilterra anni zero. Spaceman e Come together le canzoni che attendevamo, con le coriste e la loro black music pronti a suggerirci le parole. Non è da meno il bohemian Bradford Cox dei Deerhunter, con la solita camicia sgargiante e le liriche trendy che si sposano con i suoi disegni che vendono al banchetto;

– la shop con la scritta “antropocene” di un membro del pubblico che ascolta danzante i ritmi eighties dei Ride e la loro marcia verso l’infinito. Una shop non a caso per un pubblico non a caso, sensibile e progressista. Un pubblico che vede il TOdays anche come risposta al presente, fatto di dominio dell’antropocene e di Amazzonia in fiamme. 

E stasera si va in scena con il secondo giorno. 

Allo Spazio 211, dalle 18,tocca a Adam Naas, One true Pairing, Low e Hozier. 

Poi tutti all’Incet con Cinematic orchestra e the art of What?! 

Intanto ecco le splendide foto di ieri del nostro Vincenzo Nicolello. 

Grazie a Ja La media e al TOdays festival per l’ospitalità. 

A. A. 

[email protected] 

 

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