Thegiornalisti: tanto LOVE contro l’esercito degli haters

Amore/Odio: al momento non c’è nessun artista in Italia che si attiri, in egual misura, uno dei due sentimenti come Tommaso Paradiso, anima e motore dei TheGiornalisti e Love è stata la risposta discografica da parte dell’artista romano a tutti quei “haters” che popolano i social, e non solo.

Un’altra risposta da parte del pubblico sono stati i soldout che la band sta collezionando in giro nei palazzetti, spesso raddoppiando addirittura le date, per la forte richiesta di biglietti.

Lo stesso è capitato l’altra sera a Torino dove è partito ufficialmente il tour (dopo la data zero di Vigevano) e dove la gente occupava fino all’ultimo ordine di posti, nel vastissimo PalaAlpitour.

Alle 21.15 in punto si sono abbassate le luci ed è partita un’overture che ha consentito ai musicisti di prendere posto sul palco, per poi partire con il primo brano, la scanzonata/ansiogena Zero stare sereno.

La scenografia è efficace, sia pur nella sua essenzialità: lo schermo che occupa tutto il retro del palco rimanda immagini stilizzate come fossero insegne al neon: molto “pop” con tonalità di colori prevalentemente fluo. Una penisola, utilizzata ormai da tanti artisti, consente alla band di spostarsi fino al centro della sala, quasi a sfiorare il cuore proprio pubblico, ed è un boato, ogni volta che questo avviene.

Ma l’attenzione è ovviamente concentrata tutta su Tommaso. Diciamolo subito: il suo carisma, probabilmente, risiede nel fatto nel…NON ESSERE carismatico, ma quasi un amico che è venuto ad intrattenerci con le sue storie nella nostra cameretta. Sicuramente è spontaneo sul palco: a volte il suo tentativo di muovere un passo di ballo, fa sorridere nella sua goffaggine e i commenti tra una canzone e l’altra vengono quasi borbottati, come fossero più una riflessione con se stesso che di fronte a diecimila persone. In questo probabilmente risiede la forza ma talvolta anche la debolezza in alcuni momenti del concerto. La “rigidità” elettronica del suono delle tastiere, seppur curatissima nei suoi rimandi a certa produzione di metà anni ‘80, fa un po’ fatica a creare dei picchi emozionali, ma piuttosto omogeneizza il tutto in una sorta di “mid-tempo” musicale. L’inserimento di 3 coriste, come ad esempio nella parte finale di Dr.House, restituiscono un po’ di calore all’esibizione.

E’ innegabile che Paradiso sappia scrivere canzoni che vanno dritte al cuore delle persone: in una setlist di 25 pezzi, ci sono parecchi brani memorabili, basti pensare anche solo alla parte finale del concerto dove vengono “snocciolate”  Completamente, Tra la strada e le stelle, Questa nostra stupida canzone d’amore, Riccione, New York, Felicità puttana, e non sono le uniche!…ma è altrettanto innegabile che non sia sicuramente un entertainer, ma piuttosto un esecutore “suo malgrado” che si è ritrovato improvvisamente famosissimo, senza avere ancora maturato quella capacità di dominare il palco come certi artisti sanno fare.

Ma nel frattempo possiamo dire tranquillamente che sia noi che Tommaso possiamo più che accontentarci!

Ringraziando Vivo Concerti e WORDSFORYOU per l’invito vi ricordiamo la scaletta:

Overture; Zero stare sereno; Milano Roma; Fatto di te; Controllo; Il tuo maglione mio; Sbagliare a vivere; Vieni e cambiami la vita; Love; Sold Out; L’ultimo grido della notte; lo non esisto; Proteggi questo tuo ragazzo; Fine dell’estate: Una casa al mare; Promiscuità; L’ultimo giorno della terra; Completamente; Tra la strada e le stelle; Questa nostra stupida canzone d’amore; Senza; Riccione; New York; Felicità puttana.

Bis: Dr. House e finale Gospel con i ringraziamenti. 

Testo di Aurelio Hyerace – Foto in concessione di Vincenzo Nicolello

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