Sem&Stènn, Bruno Belissimo e Cacao Mental: un Hiroshima per pochi intimi

Tre artisti Sem&Stènnm, Bruno Belissimo, e Cacao Mental. Tre concerti molto diversi tra di loro e, purtroppo (lo dobbiamo dire) pochissimo pubblico. Una serata sfortunata, complici il maltempo e altri eventi in contemporanea (Artissima, Club To Club) che hanno dirottato la gente lontano dall’Hiroshima Mon Amour. 

Un peccato davvero perché a loro modo i tre ospiti sono qualcosa di nuovo per il mercato italiano. 

I primi, usciti lo scorso anno dal talentificio di XFactor fanno dell’elettronica british style il loro cavallo di battaglia. Sem e Stenn sono coppia artistica ed anche nella vita e sul palco lo danno a vedere, esibendosi in pose spesso provocanti e (forse troppo per i più puritani) regalando ritmi danzerecci. Certo sono forse ancora un po’ grezzi e troppo “legati” al programma che li ha lanciati. La loro scaletta è ancora troppo infarcita di cover, nonostante loro abbiano prodotto un disco, Offbeat, che davvero è sorprendente e piacevole. 

I Cacao Mental, invece, fanno della Cumbia elettronica il loro Dna musicale. Il loro progetto, sponsorizzato da Davide Toffolo (Tre allegri ragazzi morti) è sicuramente un qualcosa di nuovo, da esplorare ed anche da apprezzare. I presupposti per crescere ci sono tutti e noi siamo convinti che i tre musicisti presto saranno gettonati nella scena indipendente ed underground, tanto cara al loro pigmalione blasonato.

La serata si è chiusa con Bruno Belissimo. Avete letto bene non è un errore di scrittura. Lui è un dj produttore e polistrumentista italo-canadese che ha scelto di proporre Italodisco. Ci sarebbe molto da ballare ed anche da divertirsi con un artista tanto bravo quanto un po’ goffo sul palco. Ma proprio questa attitudine “elefantiaca” che lo porta a girare di continuo intorno alla consolle imbracciando un enorme bass guitar, lo rende simpatico e curioso.

Ci sarà tempo per rivederli tutti e tre, chissà se mai ritorneranno insieme. Noi, intanto, eravamo tra quei pochi intimi che possono dire “Io c’ero”.

Ringraziamo Glenda Gamba e Hiroshima Mon Amour per l’invito

Foto in gentile concessione e testo di Vincenzo Nicolello

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